Il lungo anno di celebrazioni nel 50esimo dalla morte di Picasso si chiude idealmente con questa mostra del Mudec, fortemente e volutamente ‘spagnola’ nell’identità del progetto, che vede l’adesione di tutti i principali musei spagnoli proprietari delle sue più importanti collezioni, insieme all’apporto dell’Administration Picasso, ma che è ‘universale’ nella visione artistica proposta al pubblico. La ricchissima produzione dell’artista di Malaga, dalle opere giovanili fino alle più tarde, viene riletta raccontandone alla luce del suo amore per le fonti artistiche ‘primigenie’ e racconta questa costante rielaborazione intellettuale e l’eredità artistica della sua visione attraverso un grande progetto espositivo, appositamente pensato per essere ospitato nel cuore del Museo che racconta le culture del mondo e la loro reciproca e costante influenza.
Una preziosa occasione per far comprendere come Picasso abbia saputo cogliere l’essenza e il significato di altre fonti artistiche e le abbia assimilate nella sua produzione per tutta la vita, dal fondamentale 1906 fino agli ultimi lavori degli anni ’60: traendo spunti sia dall’arte del neolitico che protoiberica, dall’arte antica egizia e da quella della Grecia classica, dalle culture coeve oceaniche e da quelle africane, inventa trasposizioni, rimodella figure dai volumi sproporzionati, in una costante metamorfosi delle figure.
Mudec
Lu, 14.30-19.30;
Ma, Me, Ve Do, 9.30-19.30;
Gi e Sa, 9.30-22.30
Fino al 30 giugno