Non poteva esserci spazio più ideale di Pirelli HangarBicocca per ospitare la più estesa retrospettiva finora dedicata in Italia a Jean Tinguely (1925-2025), organizzata in collaborazione con il suo museo Basilea. Le opere meccaniche dell’artista svizzero trovano un legame spontaneo con l’ampiezza dell’edificio ex industriale, dando vita nei 5mila mq delle sue Navate a un’unica coreografia sonora e visiva composta dalle opere più rappresentative del suo percorso artistico, da quelle cinetiche seminali alle macchine monumentali. Uno degli artisti più eversivi del secolo scorso, che ha incentrato tutta la sua produzione sul superamento della bidimensionalità, sull’assidua ricerca sul movimento e sul cambiamento continuo, scardinando il concetto di composizione permanente e definitiva. Un’attitudine artistica che si riferisce a temi esistenziali più ampi, come la precarietà e transitorietà dell’essere umano e l’evoluzione dei contesti sociali e politici.
Il percorso espositivo si apre con due opere monumentali di Tinguely degli anni ’80 realizzate assemblando ruote, cinghie, motori elettrici e componenti meccaniche che rimandano alla catena di montaggio e in cui il rumore ha un ruolo fondamentale: Cercle et carré-éclatés (1981) e Méta-Maxi (1986) e si chiude con Le Champignon magique (1989), una delle ultime collaborazioni con Niki de Saint Phalle, sua compagna di arte e di vita, proprio in questi stessi mesi ospite sempre a Milano, al Mudec (fino al 16 febbraio), con una sua personale.
Pirelli HangarBicocca
Fino al 2 febbraio 2025