TM   Settembre 2025

Impatti tutti europei

Un accordo di tregua in Ucraina, anche parziale, avrebbe sostanziali effetti positivi sulla congiuntura europea e sui mercati dei capitali. Nonostante gli sforzi, manca molto? Un’analisi di Luca Henzen, Derivatives Analyst Cio di Ubs Wealth Management.

Luca Henzen

di Luca Henzen

Derivatives Analyst Cio di Ubs Global Wealth Management

L’incontro tra Trump e Putin del 15 agosto scorso ha riacceso l’attenzione degli investitori sulla possibilità di un cessate il fuoco in Ucraina. Sebbene sia lecito attendersi ulteriori sviluppi, è importante non concentrarsi su un singolo scenario o sulle condizioni specifiche per arrivare a un possibile cessate il fuoco. Il percorso verso una pace duratura potrebbe infatti essere lungo e complesso, e i benefici per l’economia europea non saranno immediati.

Le posizioni di Russia e Ucraina restano distanti, con il conflitto che prosegue senza sviluppi decisivi sul campo e il sostegno occidentale a Kiev che rimane fondamentale. È quindi probabile che la guerra continui anche nel prossimo anno, nonostante gli sforzi diplomatici e i tentativi di ridurre le ostilità. Il processo negoziale appare destinato a essere prolungato, vista la mancanza di fiducia reciproca e la distanza tra gli obiettivi delle parti. Senza ulteriori pressioni internazionali sulla Russia, appare difficile che si giunga a concessioni significative. L’incontro in Alaska, primo tra i due leader dall’inizio del conflitto, potrebbe comunque rappresentare un primo passo verso un riavvicinamento economico tra Stati Uniti e Russia nel lungo termine.

Un progresso verso la pace, anche parziale, potrebbe favorire una graduale ripresa della fiducia tra consumatori e imprese, grazie alla riduzione dell’incertezza e alla possibilità di un contesto macro più stabile. In particolare, potrebbe tradursi in una maggiore propensione alla spesa e agli investiment

Un eventuale accordo di pace che preveda garanzie di sicurezza per l’Ucraina potrebbe favorire la stabilità della regione, ma la Russia si è spesso opposta a soluzioni di questo tipo e gli Stati Uniti si sono mostrati riluttanti a impegnarsi direttamente come garanti militari. Un cambiamento di approccio da parte americana aumenterebbe la probabilità di un cessate il fuoco. Al contrario, una riduzione del supporto occidentale a Kiev potrebbe indebolire la posizione negoziale ucraina e favorire una conclusione del conflitto alle condizioni russe.

Implicazioni per i mercati azionari europei. L’eventualità di un cessate il fuoco in Ucraina rappresenterebbe un potenziale catalizzatore per il miglioramento del sentiment nei mercati europei. La guerra ha avuto un impatto significativo sulla fiducia di consumatori e imprese: all’inizio del conflitto, la fiducia dei consumatori nell’Unione Europea è crollata da -9 a -21 in un solo mese, mentre l’Ifo tedesco da 99 a 81. Questi dati riflettono come l’incertezza geopolitica abbia inciso profondamente sulle prospettive economiche e sulle valutazioni di mercato.

Un progresso verso la pace, anche solo parziale, potrebbe favorire una graduale ripresa della fiducia sia tra i consumatori che tra le imprese, grazie alla riduzione dell’incertezza e alla possibilità di un contesto macro più stabile. In particolare, la prospettiva di una diminuzione delle tensioni potrebbe tradursi in una maggiore propensione alla spesa e agli investimenti, con effetti positivi sull’attività economica e sulle aspettative di crescita.

Dal punto di vista delle valutazioni, le azioni europee presentano attualmente uno sconto rispetto ai titoli statunitensi. Questo divario si è ampliato anche a seguito dell’inizio della guerra in Ucraina, riflettendo il maggiore rischio percepito dagli investitori internazionali nei confronti dell’Europa. Un miglioramento del quadro geopolitico potrebbe quindi favorire una parziale chiusura di questo gap, sostenendo la rivalutazione dei mercati azionari europei.

Un altro aspetto rilevante riguarda il mercato dell’energia. Sebbene la ripresa dei flussi di gas russo verso l’Europa attraverso i gasdotti rimanga incerta a causa dei danni alle infrastrutture e della necessità di volontà politica da entrambe le parti, una distensione potrebbe comunque contribuire a una ulteriore riduzione dei prezzi. Un ulteriore calo dei prezzi energetici avrebbe effetti positivi sia sui consumatori che sulle imprese, riducendo i costi e favorendo la crescita economica.

I settori più energivori, come l’industria chimica, automobilistica e materiali da costruzione sarebbero tra i principali beneficiari. Inoltre, anche i settori più orientati al mercato domestico, come i consumi interni e il settore bancario, potrebbero trarre vantaggio da un miglioramento generale del sentiment e dalla ripresa dell’attività economica. A livello di regioni, i mercati azionari di Germania e Italia potrebbero beneficiare in modo significativo, dato il loro storico legame con le forniture di gas russo e la composizione settoriale dei rispettivi indici.

Va sottolineato che, sebbene alcune società abbiano già registrato reazioni positive in seguito alle notizie sull’incontro tra Trump e Putin di agosto, la realizzazione di benefici concreti per il mercato azionario europeo dipenderà dalla chiarezza e dalla solidità degli eventuali accordi di pace e dalla rapidità con cui si avvierà la ricostruzione. Inoltre, la portata e la tempistica di un’eventuale revoca delle sanzioni nei confronti della Russia restano incerte e potrebbero influenzare solo marginalmente le prospettive delle aziende europee, dato che la Russia rappresentava un mercato finale relativamente piccolo per la maggior parte delle società quotate europee.

Prospettive per l’obbligazionario. La ricostruzione dell’Ucraina rappresenta una sfida finanziaria di proporzioni storiche, con un fabbisogno stimato dalla Banca Mondiale in oltre 500 miliardi di dollari nel prossimo decennio, più di due volte e mezzo il Pil ucraino attuale. Questo scenario apre riflessioni importanti sulle modalità di finanziamento e sulle opportunità che potrebbero emergere per il mercato obbligazionario europeo e globale.

In primo luogo, è probabile che la ricostruzione venga sostenuta da una combinazione di risorse pubbliche e private. Le istituzioni multilaterali di sviluppo, come la Banca Mondiale e la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo, giocheranno un ruolo centrale nel fornire finanziamenti a lungo termine e a basso costo, sia direttamente allo Stato ucraino sia tramite progetti infrastrutturali specifici. Parallelamente, si prevede un coinvolgimento crescente del settore privato, sia attraverso emissioni obbligazionarie dedicate sia tramite partnership pubblico-private per la realizzazione di grandi opere.

Per gli investitori obbligazionari, questo contesto potrebbe tradursi in nuove emissioni di titoli legati alla ricostruzione, sia sovrani che corporate. Questi strumenti offrirebbero la possibilità di partecipare attivamente al rilancio del Paese, con un profilo di rischio-rendimento potenzialmente attraente grazie al supporto internazionale e alla natura strategica degli investimenti sottostanti.

Anche le società europee maggiormente esposte alla domanda di materiali, tecnologie e servizi per la ricostruzione potrebbero beneficiare di condizioni favorevoli sui mercati obbligazionari. Il rafforzamento dei fondamentali aziendali, grazie all’aumento dei ricavi e alla maggiore visibilità sui flussi di cassa futuri, potrebbe tradursi in un miglioramento dei rating di credito e in una compressione degli spread. In questo scenario, le obbligazioni emesse da aziende solide e ben diversificate, attive nei settori delle infrastrutture, dell’energia, dei trasporti e dei materiali da costruzione, potrebbero offrire opportunità interessanti sia in termini di carry sia di prezzo. Va tuttavia sottolineato che, nonostante gli spread creditizi siano attualmente vicini ai minimi storici, i rendimenti assoluti rimangono su livelli relativamente elevati rispetto al recente passato, grazie al rialzo dei tassi di interesse. Questo contesto favorisce un approccio selettivo, orientato verso emittenti di qualità e settori che potrebbero beneficiare direttamente o indirettamente della ripresa ucraina. Inoltre, la diversificazione geografica delle principali società europee contribuisce a mitigare il rischio specifico legato all’esposizione verso l’Ucraina, rendendo il profilo di rischio complessivo più equilibrato.

La pace. In sintesi, la prospettiva di una distensione in Ucraina e l’avvio di un percorso di ricostruzione potrebbero rappresentare un importante fattore di sostegno per i mercati finanziari europei, favorendo un miglioramento della fiducia e una ripresa dell’attività economica, soprattutto nei settori e nei Paesi più esposti agli effetti della crisi energetica e geopolitica. I mercati giocheranno un ruolo chiave nella fase di ricostruzione dell’Ucraina, offrendo sia opportunità di investimento sia un contributo concreto alla ripresa economica e sociale del Paese. Per gli investitori, sarà importante monitorare l’evoluzione del quadro geopolitico, la qualità delle garanzie offerte e la solidità degli emittenti, adottando un approccio attivo e selettivo nella costruzione del portafoglio.

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