Pioniere del cinema sperimentale e dell’arte installativa, Anthony McCall (1946) è noto per le sue installazioni cinematografiche materiche in cui la luce proiettata è potenziata da una sottile nebbia che produce forme di luce solida, unendo video, scultura e disegno.
I visitatori della mostra alla Tate Modern sono invitati a interagire con ciascuna delle quattro opere proposte, offrendo un incontro immersivo indimenticabile con altrettante tappe fondamentali della sua carriera. Si inizia da Line Describing a Cone 1973, che risale al periodo in cui l’artista, trasferitosi a New York, comincia a esplorare i confini tra scultura e film. Ispirato dal fascio di luce dei proiettori, ribalta le regole del cinema, invitando il pubblico a girarsi verso la fonte della luce invece di guardare lo schermo.
Verso la fine anni degli Settanta, McCall si ritira dal mondo dell’arte per tornarvi solo all’alba del nuovo millennio, attratto dal potenziale artistico che la tecnologia emergente promette. Le macchine per la nebbia e i nuovi proiettori digitali gli hanno permesso di realizzare forme più complicate, sperimentando le ‘onde viaggianti’ per trasformare le sacche di spazio all’interno delle opere di luce solida. In mostra è esposto l’ambizioso Doubling Back 2003. Face to Face 2013 ne sviluppa ulteriormente le possibilità; le sue forme proiettate si incastrano tra loro, permettendo allo spettatore di guardare paradossalmente verso il proiettore e lo schermo per vedere l’impronta della forma in cui si trova.
La mostra culmina con una delle ultime opere dell’artista, Split-Second Mirror, 2018. Utilizzando uno specchio per interrompere un piano di luce, l’opera è forse la più visivamente complessa di McCall fino a oggi, spingendo ulteriormente le possibilità di reinterpretare lo spazio scultoreo grazie ai dispositivi cinematografici. A corredo filmati, fotografie e materiale d’archivio documentano la straordinaria pratica dell’artista.
Tate Modern
Fino al 27 aprile 2025