Politica monetaria, elezioni americane e nuovi, grandi, balzi tecnologici. Mentre il 2024 volge al termine, lo sguardo è già al 2025 e al come interpretare uno scenario inedito. Nel frattempo, il risparmio gestito avanza velocemente nell’integrare l’Intelligenza Artificiale nel processo d’investimento. Una transizione iniziata con l’adozione, oltre 20 anni fa, di internet, dei terminali e dei primi software di analisi statistica, che oggi vede l’ingresso dei software di Ai in qualità di assistenti dei gestori per navigare la crescente complessità dei mercati e migliorare l’efficienza di processi come la costruzione, il ribilanciamento e la reportistica dei portafogli.
Le indagini di mercato mettono a fuoco lo stato dell’arte, dove la parola chiave è personalizzazione su ampia scala. I clienti si aspettano una gestione personalizzata che, come accade in tanti altri settori, rispecchi le loro esigenze, preferenze e obiettivi. La personalizzazione non sarà più un optional ma un nuovo standard che affonda le sue radici in quanto già avviene per molti servizi che ormai quasi sono dati per scontati. Basti pensare ad Amazon, Google e Netflix, per citare degli esempi famosi, che già da anni offrono dei servizi con un elevatissimo grado di personalizzazione. Netflix, nello specifico, fornisce un ottimo esempio: anche se da utente a utente l’interfaccia della piattaforma si assomiglia, la disposizione degli elementi, l’ordine e soprattutto le raccomandazioni estratte dal catalogo si adattano ed evolvono continuamente dando luogo a un’esperienza unica e una fruizione più dinamica.
A ognuno, quindi, la propria esperienza, così come negli investimenti a ciascuno il proprio portafoglio. Ma quali sono le applicazioni di Intelligenza Artificiale più affidabili e rapide da implementare? Sono queste le domande che i gestori, da New York alla Svizzera, si pongono per ottenere risultati concreti in tempi ragionevoli. Ad oggi, tre applicazioni si stanno dimostrando utili per supportare i Cio, o più in generale i team d’investimento e wealth manager.
La prima applicazione sono gli indicatori di posizionamento a livello di macro e micro asset class fino allo specifico settore o industria, come una bussola che migliora e aiuta a rifinire le view di asset allocation e le stime di rischio-rendimento.
La seconda applicazione è invece la creazione e la gestione simultanea di un gran numero di portafogli (da decine a centinaia di migliaia) personalizzati singolarmente a livello di universo investibile, portafogli modello, volatilità e vincoli specifici, come il turnover, geografie, fattori di rischio e preferenze Esg. A ogni nuova view di mercato, questo insieme di portafogli viene quindi ribilanciato in automatico con una proposta e una spiegazione dettagliata dei movimenti nel frattempo accorsi.
L’ultima applicazione, almeno tra quelle di maggior successo nel 2024, è rappresentata invece dall’utilizzo congiunto di Ai analitica e di Ai generativa per tradurre tutto il substrato di numeri, statistiche e analisi quantitative in testi scritti utilizzati sotto forma di report e presentazioni che rafforzano la fiducia e trasparenza con il cliente finale.
A ognuno, allora, la scelta dell’applicazione migliore. E quindi più che prendere o lasciare, oggi con l’Ai sembra essere di più una questione di timing. Capire bene dove e quanto integrarla, quale sia il caso d’uso più appropriato con cui iniziare e solo a quel punto, una volta provato effettivamente il valore, scalarla in maniera responsabile e progressiva per rimanere competitivi e offrire ai propri clienti un servizio moderno, e soprattutto altamente personalizzato.
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