TM   Aprile 2025

Agenti AI, missione conoscenza

Advertorial

Combinando tecniche di recupero di informazioni e modelli linguistici evoluti, l’AI avanzata abilita una nuova modalità di interazione con la knowledge base aziendale: semplice, affidabile e in grado di fornire insight immediati per attivarsi con azioni basate su analisi avanzate, come illustra Angela Sebastianelli, Head of Marketing Strategy – Data Science di Var Group.

di Angela Sebastianelli

Head of Marketing Strategy - Data Science Var Group

Nel panorama attuale, l’accesso rapido e preciso alle informazioni rappresenta il game changer per ottimizzare i processi aziendali. In un simile ecosistema, la crescente complessità e mole di dati eterogenei rappresentano sfide significative. Le aziende si trovano spesso a dover gestire un’enorme quantità di documenti in formati diversi, come pdf, e-mail, fogli di calcolo e report. La frammentazione delle informazioni e la difficoltà di accedervi rapidamente generano inefficienze e frustrazione.

Con un approccio avanzato e interattivo, gli agenti di AI generativa possono trasformare queste difficoltà in opportunità, offrendo un’esperienza che supera i limiti dei sistemi tradizionali di gestione delle informazioni.

Uomo e informazione

Non si tratta solo di uno strumento tecnologico avanzato, ma di un vero e proprio ponte tra l’informazione dispersa e il bisogno umano di conoscenza contestualizzata e accessibile. La sua importanza risiede non soltanto nelle capacità operative, ma anche nell’impatto che questa tecnologia porta con sé, ridefinendo il rapporto tra uomo e informazione.

Da sempre, l’essere umano ha cercato di rendere più efficiente il processo di estrazione delle informazioni. Questo desiderio è stato al centro dell’evoluzione culturale, ma l’odierna complessità dei dati – la loro vastità, eterogeneità e disorganizzazione – richiede un approccio nuovo. L’intelligenza artificiale generativa risponde a questa necessità, offrendo la possibilità di dialogare con la conoscenza come si farebbe con un compagno di lavoro ideale: erudito, rapido e particolarmente competente.

Edward de Bono, padre del pensiero laterale, ricorda che spesso la soluzione a un problema non è lineare ma richiede di “pensare fuori dagli schemi”. Gli agenti di AI possono fungere da facilitatori: invece di limitarsi a rispondere alle query tradizionali, suggeriscono alternative, espandono le prospettive e abilitano approcci non convenzionali. Ad esempio, nei contesti aziendali, un agente AI che gestisce una knowledge base può proporre soluzioni innovative per migliorare i processi interni, combinando dati storici, trend del settore e analisi predittive.

Le knowledge base statiche del passato, spesso inaccessibili o frammentate, stanno lasciando il posto quindi a interfacce conversazionali, dove gli agenti AI dialogano con gli utenti, apprendendo dalle interazioni per migliorarsi costantemente. Questo approccio non solo democratizza l’accesso alla conoscenza, ma trasforma anche il modo in cui le persone interagiscono con i dati.

L’AI generativa è un cambiamento di paradigma. Invita a ripensare il ruolo della conoscenza e il modo in cui ci relazioniamo con essa. Rappresenta una nuova forma di collaborazione tra l’uomo e la macchina, una ‘relazione’ continua tra il sapere e l’essere, in cui l’informazione non è solo accessibile, ma viva, dinamica e profondamente umana.

Angela Sebastianelli

Angela Sebastianelli

Head of Marketing Strategy - Data Science Var Group

Le tecnologie e gli strumenti

Tecnologie come il Retrieval-Augmented Generation (RAG) rappresentano un esempio paradigmatico di come sia possibile combinare tecniche di recupero di informazioni avanzate con modelli di generazione del linguaggio naturale. Questo approccio consente non solo di trovare informazioni pertinenti da fonti disparate, ma anche di integrarle in risposte coerenti e contestualizzate, elevando il valore delle interazioni digitali.

Non è più necessario adattarsi ai rigidi percorsi dei chatbot tradizionali o navigare interminabili archivi. Con l’AI generativa, l’accesso all’informazione diventa fluido, intuitivo, persino conversazionale. Questo non solo migliora l’efficienza operativa, ma democratizza la conoscenza: chiunque, indipendentemente dal proprio ruolo o livello di competenza tecnica, può accedere e utilizzare informazioni complesse senza barriere.

Tuttavia, l’importanza dell’Ai generativa non si esaurisce nell’ambito tecnico. Solleva questioni più ampie sul valore della conoscenza, sulla memoria collettiva e sul nostro rapporto con la tecnologia. Se un tempo la ricerca dell’informazione era un atto di scoperta e apprendimento, oggi si trasforma in una relazione collaborativa con un’entità che non solo ci assiste, ma ci arricchisce. L’intelligenza artificiale diventa, in un certo senso, un’estensione del pensiero umano, capace di offrire nuove prospettive e suggerire connessioni inaspettate.

Questa sinergia tra uomo e macchina apre la strada a una nuova etica della conoscenza. Come garantire che l’informazione sia sempre affidabile? Come preservare la trasparenza in un mondo in cui i dati sono generati e rielaborati da entità non umane? La risposta sta nella capacità di progettare sistemi che non solo rispondano alle domande, ma che facciano della trasparenza e della verifica delle fonti un loro pilastro fondamentale. La Gen-Ai non è solo uno strumento di efficienza, ma un modello di fiducia e responsabilità.

Intelligenza che amplifica la conoscenza

Come suggerisce Douglas Hofstadter, autore di Gödel, Escher, Bach, l’intelligenza non è solo la capacità di processare dati, ma di cogliere pattern, creare connessioni inaspettate e navigare tra i livelli di astrazione. Gli agenti di AI incarnano questa visione: dotati di algoritmi avanzati di machine learning e di Natural language processing (NLP), sono in grado di correlare informazioni apparentemente scollegate, offrendo insight che spesso sfuggono anche agli esperti più acuti.

Le applicazioni concrete

Il contraltare operativo di un nuovo accesso alle informazioni critiche istantaneo impatta già oggi i processi decisionali in vari settori. Alcuni esempi emblematici.

Il supporto IT democratizzato: in un ecosistema IT complesso, i team di supporto si trovavano sommersi da richieste ricorrenti e problemi di gestione delle informazioni. Grazie a questo tipo di agenti AI, i provider possono creare un sistema in grado di autocategorizzare i ticket, identificare temi ricorrenti e notificare criticità. Il risultato? Una riduzione drastica del carico di lavoro e una maggiore proattività nei processi operativi.

Comunicazioni critiche in tempo reale: nel settore del trading online, le Fintech possono adottare agenti conversazionali per inviare notifiche in tempo reale su eventi significativi, come stop loss o oscillazioni di mercato, ai propri investitori. Parallelamente, gli utenti possono interrogare il sistema per comprendere l’impatto sui loro portafogli. Un esempio di efficienza e personalizzazione nella comunicazione finanziaria.

Snellire la regolamentazione farmaceutica: le società di consulenza nel settore farmaceutico affrontano la sfida della gestione di complessi documenti regolatori. L’AI rende possibile analizzare, sintetizzare e creare report regolatori in pochi secondi, ottimizzando i tempi di presentazione e accesso al mercato.

Supporto alla decisione nei processi produttivi: in un’azienda manifatturiera che ha integrato un agente di Gen-AI nel proprio sistema Product Lifecycle Management (PLM), quando un ingegnere chiede: “Quali sono i fornitori con il miglior rapporto qualità/prezzo per il componente X?”, l’AI analizza dati relativi a fornitori, performance storiche, recensioni e perfino alle condizioni contrattuali, restituendo una risposta dettagliata che include un confronto grafico e raccomandazioni basate su parametri specifici.

Creazione di campagne marketing altamente personalizzate
Un’azienda del settore retail, ad esempio, ha adottato questa tecnologia per analizzare dati demografici e comportamentali dei clienti e generare e-mail promozionali su misura. Grazie a questo approccio, è riuscita a migliorare il tasso di conversione del 20%, un risultato che sarebbe stato difficilmente raggiungibile con metodologie tradizionali.

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