
Caro lettore,
se ne parla ormai da tanti anni, sono spesso al centro dell’attenzione e di molte puntigliose analisi, sono oggetto di roboanti promesse e dei più sbalorditivi rendimenti, salvo le sfide per concretizzarli. Almeno così millantano. Vero è che l’Occidente non è più ‘il mondo’, ma solo una parte di esso, condiviso quasi in egual misura con queste nuove potenze, quelle che orgogliosamente si definiscono ‘Emergenti’.
Pur definendosi tali, non c’è particolare consensus su chi lo sia davvero, quali siano i criteri per determinarlo, e quali aspetti debbano essere considerati. È così che si entra in molti paradossi: la Corea del Sud e la Grecia sono Stati avanzati? Secondo alcuni sì, ma ci sono anche illustri istituzioni che sostengono il contrario. E poi c’è il Caso cinese. Il dragone asiatico è ancora un Emergente, status che gli ha garantito i successi più straordinari, e davvero, della storia economica recente?
C’è però unanimità nel riconoscere quale sia il diamante della corona, la cui molatura è appena iniziata, ma promette meraviglie ancora più straordinarie. È l’India, la sola a potersi permettere la definizione di ‘Subcontinente’. Le sfide lungo il suo cammino sono però esponenziali: su tutte, è la più grande Democrazia del mondo. Una situazione unica, per economie che hanno sempre e solo condiviso giovinezza, inesperienza, potenzialità e demografia.
La vera domanda è: sarà in grado di maturare il consenso necessario a emergere, al costo di riforme impopolari e sensibili costi sociali? Saprà rimanere una grande democrazia della maggioranza, o è condannata invece a diventare una dittatura della minoranza, allineandosi ironicamente all’essenza di tutte le altre potenze emergenti?
Nel frattempo si è conclusa un’estate all’insegna anche della Geopolitica, o forse dei suoi non risultati. Pompose kermesse, illusorie strette di mano, promesse da marinaio, dialoghi vuoti e ambasciate ingenue. Che un altro autunno di grandi e ottimistici successi si spalanchi? Per intanto, una certezza dal Vecchio Continente: Londra e Parigi traballano.
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