Correva l’anno 1976. Precisamente domenica 30 maggio del 1976. Avevo dodici anni e tenuto per mano da mio padre mi accingevo ad assistere per la prima volta ad un Gran Premio di Formula 1, il 34mo Grand Prix di Monaco. Grazie alle altolocate conoscenze di mio zio, medico nel Principato, godevamo della privilegiata posizione della terrazza dell’Hotel de Paris, dalla quale si vedevano perfettamente le evoluzioni del mio idolo Niki Lauda al volante della sua Ferrari 312 T2 inseguito invano dagli avversari. Ronnie Peterson e la sua March, le due Tyrrell a sei ruote di Scheckter e Depailler, le bellissime Brabham Alfa Romeo sponsorizzate Martini & Rossi, la McLaren di James Hunt che avrebbe poi vinto il titolo mondiale; una galleria di immagini che rimarranno definitivamente impresse nella mia memoria oltre che in qualche diapositiva a colori che mio padre scattò durante la gara.
La mia passione era già bruciante e lo sarebbe rimasta per tutta la vita, ma non potevo ancora immaginare che avrei rivisto alcune di quelle meravigliose vetture molti anni dopo, esibirsi sulle strade del Principato in occasione dei vari Grand Prix Historique ai quali ho assistito da adulto. Né tantomeno avevo la minima idea che la perfetta organizzazione di quel mio primo Gran Premio facesse capo al prestigioso Automobile Club de Monaco (Acm) che ancora oggi governa sia quella del Formula 1 Grand Prix de Monaco sia quella di tutte le altre manifestazioni automobilistiche sportive internazionali che si svolgono nel Principato.
‘Acm’, una sigla mitica che ho imparato a conoscere meglio e che ha un’origine antica legata al nobile sport del ciclismo. Pochi sanno infatti che nel logo dell’Acm compare tutt’oggi un velocipede con la sigla Svm (Sport Vélocipédique Monegasque) a perenne testimonianza della prima associazione fondata da poche decine di appassionati delle due ruote nel 1890, solo quattro anni dopo l’invenzione di quella che viene universalmente ritenuta la prima automobile della Storia: il triciclo a motore di Karl Benz. Nel volgere di poco tempo l’entusiasmo e l’interesse per l’auto divenne tale che venne aggiunta la parola Automobile alla denominazione del Club che poi diventò definitivamente Automobile Club de Monaco nel 1925. Nel frattempo, nel 1911 fu organizzato con grande successo il primo Rallye, mentre il 14 aprile del 1929 si svolse il primo Grand Prix grazie anche all’impulso di due appassionati driver monegaschi a cui sono tutt’oggi intitolate due curve del circuito: Antony Noghes e Louis Chiron. Le tragiche vicende del secondo conflitto mondiale ne rallentarono l’evoluzione ma nel maggio del 1952 Juan Manuel Fangio vinse sul tortuoso circuito cittadino monegasco la seconda prova del neonato Campionato Mondiale di Formula 1.
Il crescendo di interesse e di prestigio è stato impressionante e già negli anni Sessanta il Grand Prix de Monaco si è affermato come l’appuntamento più glamour di tutto il campionato che oggi come allora si svolge sempre nel mese delle rose, tanto amate dalla Principessa Grace. Ma intanto le prestazioni delle vetture crescevano di pari passo e l’attenzione alla sicurezza divenne una priorità assoluta per gli organizzatori grazie anche all’impulso del Presidente Michel Boeri che dal 1972 guida il Club, diventando anche una figura di assoluto riferimento nel mondo motorsport internazionale. Fu quindi creato un Corpo di Commissari, costituito da circa 700 membri volontari, organizzati e formati in modo militare, che in questi anni hanno dato spesso prova di perizia e coraggio nelle più disparate situazioni di emergenza; personalmente, ho ancora negli occhi le scene in cui, con gesti rapidi e sicuri, Commissari sgomberavano la pista in caso di incidente. Negli anni tanti campioni si sono succeduti sul gradino più alto del podio per essere premiati dal Principe regnante ma solo alcuni di loro hanno saputo mettere il loro sigillo più di una volta, basti pensare al fantastico record di sei vittorie di Ayrton Senna, indimenticabile re del circuito che per lui era di casa, seguito da Michael Schumacher e Graham Hill con cinque.
Oggi dopo 82 edizioni e a pochi giorni dallo storico successo del pilota di casa Charles Leclerc su Ferrari, Monaco rappresenta ancora il sogno di vittoria di ogni pilota, il trofeo che più di ogni altro vorrebbe mettere in bacheca. Ma le competizioni automobilistiche che si svolgono nel Principato sono numerose: oltre al Formula 1 Grand Prix de Monaco e al Grand Prix de Monaco Historique, ci sono anche il Rallye Automobile Monte-Carlo, giunto alla sua 92ma edizione, il Rallye Monte-Carlo Historique, il Monaco E-Prix e il E-Rallye Monte-Carlo. È facile immaginare come la macchina organizzativa si sia evoluta negli anni per rispondere al crescente successo e alle sempre più stringenti normative internazionali, ma lo spirito del Club è rimasto intatto: un mix di passione, competenza e cultura automobilistica che sono il denominatore comune di tutte le attività. E questo spirito è lo stesso che si percepisce non appena si varca la soglia della storica sede che si trova sul boulevard Albert 1er, proprio sul celeberrimo rettilineo d’arrivo. Può sembrare incredibile ma ancora oggi, mentre il numero dei Soci è cresciuto oltre i 5mila, sedersi ai tavoli dell’intimo ristorante riservato ai soci, dove la cravatta è d’obbligo e l’uso del cellulare non è consentito, e pranzare circondati da trofei e cimeli di epoca è tuttora un’esperienza personale molto emozionante.
Molti dei soci vivono lontani e conservano questo legame a distanza grazie soprattutto ai social media dedicati ma anche ricevendo a casa propria la prestigiosa rivista che quattro volte all’anno li aggiorna su tutti i temi di interesse con articoli e bellissime fotografie, dai grandi eventi internazionali passando per le menzioni delle partecipazioni dei soci alle gare nelle varie categorie e fino alle divertenti serate di gala che si svolgono durante l’anno.
Chi ha la fortuna di vivere nel Principato può infatti godere del privilegio di partecipare attivamente alla vita del Club con i numerosi momenti di convivialità che vengono organizzati e che sono particolarmente apprezzati anche da chi lo vive soprattutto come luogo di amicizia e condivisione, come pure da chi ha una passione motoristica più rivolta al passato che al presente: in questo senso la Commission Voitures de Collection, presieduta da Gery Mestre, svolge un ruolo molto importante nel tenere viva la cultura dell’automobilismo storico. Con riunioni che si svolgono regolarmente e con le uscite organizzate, creando l’occasione di guidare le proprie auto classiche, che spesso sono veri gioielli, i collezionisti ed esperti appassionati hanno sempre la possibilità di scambiare le reciproche esperienze e di rimanere aggiornati su argomenti tecnici e di mercato.
Ormai, da quel lontano giorno di maggio sono passati quasi cinquant’anni con innumerevoli Grand Prix de Monaco ai quali ho assistito e i ricordi passano veloci come fotogrammi di un film: sembra incredibile che sia trascorso così tanto tempo. Ma quell’emozione lontana mi accompagna ancora oggi come una piccola magia ogni volta che torno a Monaco e trovo sempre il tempo per fare un salto al Club per rinnovare di persona quella tessera di Membro dell’Automobile Club de Monaco che orgogliosamente porto con me dal 1990. E magari per fare un salto nella bellissima Boutique del Club dove mi sembra di tornare un bambino nel paese dei balocchi uscendo puntualmente con un nuovo pacchetto sottobraccio.
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