È stato uno dei grandi pittori del modernismo. I suoi ritratti empatici e al contempo spietati di persone semplici, i suoi potenti paesaggi pieni di colore e le sue enigmatiche nature morte raffiguranti carcasse di animali riflettono sia il conflitto sociale che quello tra visioni religiose e politiche del mondo radicalmente opposte. Mentre molti dei suoi contemporanei erano interessati all’astrazione, la pittura di Chaïm Soutine era figurativa, vivace ed espressiva, con uno stile caratterizzato da linee agitate e vibranti.
Cresciuto in una famiglia ebrea ortodossa in una piccola città non lontana da Minsk, nell’attuale Bielorussia, nel 1913, all’età di 20 anni, Soutine si trasferisce a Parigi per farne la sua seconda casa. Modigliani sarà fra i suoi amici più cari. Tuttavia, rimase sempre un outsider, inizialmente a causa della scarsa padronanza della lingua francese e il senso di estraneità da quella società. L’esperienza di fuga e migrazione che ha segnato profondamente la sua vita risuona nelle sue opere.

Sebbene Chaïm Soutine sia considerato uno dei maggiori artisti dell’arte moderna, rappresentato in molte importanti collezioni museali, è poco noto al largo pubblico. Una lacuna che il Kunstmuseum di Berna prova a colmare con questa mostra, in collaborazione con la Kunstsammlung Nordrhein-Westfalen di Düsseldorf e il Louisiana Museum of Modern Art di Humlebæk, Danimarca. Circa 60 le opere presentate, riunendo tutti i generi preferiti dall’artista – ritratto, paesaggio e natura morta – con un focus sui suoi primi decenni di creazione. Alle sei della collezione del museo (tutte dal lascito di Georges F. Keller), sono affiancati importanti prestiti internazionali da musei francesi e internazionali.
Kunstmuseum Bern
Fino al 1 dicembre 2024