In un settore dominato da colossi globali e processi spesso rigidi, una giovane start up tecnologica milanese sta riscrivendo le regole della logistica per l’e-commerce: software‑first, automazione nativa in magazzino e integrazioni rapide con i canali di vendita per dare a brand digitali e retailer in accelerazione la stessa potenza e qualità operativa dei big, ma con processi leggeri, tempi rapidi e costi prevedibili. «Durante i primi progetti e‑commerce a cui ho preso parte, ho constatato un problema ricorrente: le aziende in accelerazione hanno bisogni specifici ma si scontrano con contratti rigidi, minimi d’ingresso e integrazioni pesanti. Senza importanti capitali o un team tecnologico interno diventa difficile gestire importazioni, magazzini e spedizioni. Abbiamo costruito SPS Fulfillment per essere l’operatore agile: avvio rapido, percorsi digitali chiari e un unico referente per stoccaggio, picking & packing, spedizioni e resi. Un sistema automatizzato e intelligente che elimina i passaggi manuali e le ridondanze, mantenendo i processi lineari anche quando le richieste aumentano di complessità. L’obiettivo è liberare tempo e capitale ai nostri clienti per concentrarsi su prodotto e crescita», racconta Thomas Garufi, alla guida di SPS Fulfillment che ha fondato nel 2022.
A supportarlo nel percorso è arrivato Andrea Gallo, sviluppatore software, oggi Cto. Messi in contatto da un venture capital, hanno trovato subito un forte allineamento sulla visione: tecnologia al centro, team snello e grande attenzione alla user experience.

Il cuore di SPS Fulfillment è una control tower digitale che centralizza e orchestra tutte le operazioni, unendo flussi fisici e digitali: «Algoritmi di slotting dinamico, regole di picking adattive, etichettazione e controlli qualità automatizzati, instradamento dei corrieri per destinazione e categoria merce. Sopra c’è un layer dati per previsione della domanda e alert quasi real‑time. Sincronizziamo ordini e stock via notifiche evento; centralizziamo documenti operativi e tracciamo eventi lungo tutta la filiera», spiega Andrea Gallo. SPS può essere vista anche come un database che cresce con ogni ordine e spedizione. «Più dati raccogliamo, più la piattaforma diventa precisa e affidabile, suggerendo al cliente le soluzioni per ottimizzare, ad esempio, le rotte di importazione o la selezione dei corrieri», prosegue il Cto.
Tutta questa complessità si traduce per il cliente in un’unica dashboard intuitiva. Qui si possono seguire importazioni, ordini in lavorazione, livelli di servizio, indicatori di performance della consegna e resi. «La sfida più grande è proprio rendere semplice ciò che è complicato: design essenziale, esperienza d’uso immediata, ma con un controllo totale su ogni passaggio», evidenzia Thomas Garufi. «Per questo abbiamo creato playbook user-friendly (ricezione merci, foto‑setup, regole di picking), livelli di servizio leggibili e un referente che conosce il cliente. Non promettiamo “magia”, ma coerenza: quello che concordiamo lo misuriamo, mese per mese», aggiunge Andrea Gallo.
A rafforzare il modello, leggero in asset, ci sono partnership strategiche con magazzini partner e corrieri selezionati per scalare rapidamente e ottimizzare i costi, come Dhl, Ups, Amazon Shipping e operatori per gestione import ed export come Maersk e Forto, o Stripe per i pagamenti. Grazie a questa rete vengono supportate le vendite oltre confine nell’Unione europea, Svizzera inclusa. «Gestiamo classificazione doganale e documentazione, stimiamo tempi e costi per paese e coordiniamo la consegna con i partner. L’importazione rimane forse la più complessa fra tutte le pratiche da gestire. La nostra priorità è la prevedibilità: stimiamo tempi e costi per ogni paese servito, così il merchant non ha sorprese a posteriori», specifica Thomas Garufi.
Il contesto gioca a favore: in Italia l’e-commerce vale ormai decine di miliardi e cresce più della media europea. Le aziende che passano dal retail fisico al digitale hanno bisogno di soluzioni modulari e scalabili, capaci di accompagnare picchi stagionali e complessità cross-border. Il posizionamento della start up milanese è interessante: non compete direttamente con giganti come Flexport, che si rivolgono a multinazionali già strutturate, ma si concentra su imprese con fatturati nell’ordine di decine di milioni, prive di un reparto interno dedicato alla logistica. Accanto a nuove realtà puramente e-commerce, il grosso della clientela di SPS, in un mercato ancora tradizionale come quello italiano, è costituito da retailer con rete fisica che vogliono aprirsi al digitale. Un ampio segmento, in piena espansione e ancora poco servito. Ovviamente, la concorrenza è destinata ad aumentare, ma Thomas e Andrea, senza farsi intimidire, la vedono come opportunità per migliorare ulteriormente la loro proposta.
Non mancano però le sfide. La logistica è un settore complesso, con margini spesso sottili e costi operativi elevati. Per differenziarsi, SPS punta sulla standardizzazione dove conviene e sulla personalizzazione dove serve, bilanciando efficienza e flessibilità. I picchi vengono affrontati con pianificazione congiunta, scorte tampone, estensione elastica di capacità presso magazzini partner e regole operative adattive nel prelievo. «Gli algoritmi previsionali aiutano a bilanciare giornalmente capacità e priorità senza far esplodere i costi», nota il Ceo.

Un ulteriore fronte sarà quello della sostenibilità. Con l’aumento delle pressioni normative e delle aspettative dei consumatori, la capacità di ridurre l’impatto ambientale diventerà un elemento competitivo centrale. Investimenti continui in automazione e nel mobile post‑acquisto; micro‑ottimizzazioni su layout, percorsi e packaging sono nella traiettoria. «E, guardando oltre, droni e robot per l’ultimo miglio sono un orizzonte che accende l’immaginazione su come SPS potrà trasformarsi in un vero big player della logistica. Ma il prossimo passo è l’espansione oltreoceano. Gli Stati Uniti sono il mercato naturale per una realtà come la nostra. Esser stati selezionati da Pegasus Angel Accelerator a Santa Monica (impegno ‘soft’ da 100mila dollari, giugno-agosto 2025) e dal programma gener8tor a New York (ottobre-novembre 2025), permetterà di rafforzare rete, governance e percorso verso gli Usa. Ci stiamo muovendo per aprire un nostro ufficio a inizio dell’anno prossimo», anticipa Thomas Garufi.
Autodidatta in programmazione, appassionato di tecnologia è cresciuto ammirando la start up culture statunitense. «Non ho scelto la strada degli studi universitari, ma ho imparato lavorando e sbagliando. Preferisco un approccio pratico: mettersi sul campo, provare, cadere e rialzarsi. Per me lavorare è una passione e da sempre so di voler far l’imprenditore. Questa è la prima ma non sarà l’unica mia azienda», afferma.Pragmatismo, flessibilità, reattività e una genuina ambizione che sono la cifra distintiva di SPS Fulfillment: «Vogliamo essere la Tesla della logistica: software al centro, hardware intelligente, velocità che non sacrifica l’affidabilità. Non solo consegnare pacchi: riscrivere l’idea di attesa», conclude Thomas Garufi. E l’impressione è proprio che i risultati arriveranno rapidamente.
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