Ogni stagione più di 150 concerti. Un centinaio circa vede protagonisti i musicisti dell’orchestra che della sua città porta orgogliosamente il nome: la Tonhalle-Orchester Zürich. Come sin dalle sue origini nel 1868, anche oggi sotto la bacchetta del direttore principale Paavo Järvi, la predilezione della più antica orchestra sinfonica svizzera va alla grande musica classica, senza escludere la volontà di esplorare nuovi orizzonti.
Fondata nel febbraio 2020, la Tonhalle-Gesellschaft Zürich Ag ha raccolto il testimone dell’associazione che dal 1891 era stata lo sponsor dell’orchestra. Accanto alla gestione di quest’ultima e della sala concerti, la società presenta programmi di musica da camera con i musicisti di casa e/o con solisti ed ensemble internazionali; inoltre è impegnata nella creazione di una grande varietà di attività nel campo dell’educazione musicale per gruppi target, dai 4 ai 99 anni.
Direttrice artistica, da un decennio tondo, Ilona Schmiel, con cui abbiamo approfondito le sfide finanziarie e le scelte strategiche necessarie per capitalizzare la propria tradizione e continuare a nutrirla e condividerla.
Ilona Schmiel, nonostante la qualità e il successo raggiunto sul piano artistico dalla sua Orchestra, la Tonhalle-Gesellschaft Zürich si trova ad affrontare una situazione di sottofinanziamento strutturale. Quali i principali fattori di costo?
Il nostro modello finanziario si basa su un partenariato pubblico-privato per un volume di vendite di 38 milioni di franchi a stagione: il 53% è sostenuto dalla città di Zurigo, il 47% è suddiviso tra vendita di biglietti, fondi privati e affitto della sala concerti ad altri promotori. Il 79% dei costi del personale per i musicisti dell’Orchestra e per i dipendenti della Direzione è coperto dalla Città di Zurigo. Il restante 21% deve essere finanziato da fondi privati, il che è del tutto irrealistico in Svizzera. Abbiamo quindi bisogno di una percentuale maggiore di sovvenzioni pubbliche per i costi operativi fissi. Tutti gli altri costi artistici, di gestione e di presentazione, anch’essi in aumento, oltre ai due team impiegati, potrebbero invece essere coperti dalle entrate menzionate.
In compenso, quale indotto e valore aggiunto portate al vostro territorio?
Fra le più grandi istituzioni culturali di Zurigo, contiamo oggi 160 dipendenti e oltre 100 liberi professionisti che lavorano per noi in diversi settori. La scorsa stagione si sono svolti più di 280 spettacoli (152 nostri concerti e 131 di altri organizzatori) con circa 200mila visitatori. 44mila persone hanno partecipato a progetti di educazione musicale, spesso legati ad aziende e fondazioni che sostengono la Tonhalle. Zurigo è una delle più piccole città metropolitane del mondo con la maggior densità di istituzioni culturali di alta qualità. Insieme costituiscono l’attrazione turistica più importante, accanto a natura e alle opportunità di shopping.
Uno dei punti salienti della sua direzione è stata, nel 2021, la riapertura della storica Tonhalle am See dopo quattro anni di ristrutturazione. Perché si è reso necessario un intervento così impegnativo?
Tecnicamente la sala da concerto aveva bisogno di un ammodernamento strutturale per raggiungere il giusto livello per i concerti e le produzioni del XXI secolo. Abbiamo rinnovato il palcoscenico e costruito un nuovo organo un po’ più piccolo per avere più spazio e migliori risultati acustici. Per riportare alla luce la bellezza originaria del 1895 sono stati rimossi 2500 kg di vernice beige, apposta nel 1939 quando, in occasione dell’esposizione internazionale, le due sale della Tonhalle vennero integrate nel nuovo complesso congressuale modernista che rimpiazzò il precedente Trocadero, modellato dal celebre duo di architetti viennesi Fellner & Helmersu quello parigino. La Tonhalle Zürich rientra ora tra le migliori sale d’Europa per quanto riguarda acustica e ottica. L’investimento è stato finanziato con fondi pubblici della Città di Zurigo e approvato in votazione popolare nel 2016 con il 75% dei consensi.

Quattro anni di lavori che non avete vissuto sotto tono, come si poteva rischiare.
La sede provvisoria, denominata Tonhalle Maag, è stata creata in una ex-fabbrica di ingranaggi con un facile accesso per tutti. Questa sala provvisoria e l’ambiente circostante ci hanno proiettato nel Ventunesimo secolo permettendo di offrire un’enorme varietà di allestimenti sperimentali e nuovi formati. L’edificio si trova a soli 3 km dal lago, nella zona di “Zurigo Ovest” che si distingue per il fascino industriale, nuove sedi di grandi aziende, attività commerciali alternative, gallerie, start up, una vivace scena di club e le numerose offerte gastronomiche. Grazie al boom edilizio sono stati costruiti nuovi appartamenti e hotel. Senza dimenticare che la Zürcher Hochschule der Künste (ZHdK), a soli 400 metri, ha favorito la partecipazione di molti studenti a prove e concerti, tanti per la prima volta. Abbiamo ampliato continuamente la nostra rete e creato eventi speciali insieme alla ZHdK. All’inizio il nostro pubblico tradizionale era scettico, ma si è abituato molto rapidamente a questo quartiere della città e ha iniziato ad amare la nostra sala da concerto in legno con un foyer molto affascinante. Abbiamo attirato un pubblico nuovo, eterogeneo e più giovane, che abbiamo legato a noi dopo il trasferimento nella rinnovata Tonhalle. È stata una “cura ringiovanente”, brutalmente interrotto dalla pandemia. Ma al ritorno alla normalità eravamo pronti a ripartire con un bagaglio di esperienze su come superare le crisi e affrontare le sfide del futuro.
Come si è evoluto in questi ultimissimi anni il pubblico che vi frequenta e la strategia per fidelizzarlo?
Al momento abbiamo una base costante di circa 4.700-4.800 abbonati a stagione. Naturalmente abbiamo inventato nuove serie di abbonamenti, come quello di prova composto da 4 concerti a stagione diretti dal nostro direttore musicale Paavo Järvi, seguito da un “Starter-Abo” la stagione successiva. Nel primo anno abbiamo così attirato più di 500 nuovi abbonati. Siamo consapevoli però che una certa percentuale del nostro pubblico ami comporsi i propri programmi in maniera indipendente. Secondo gli ultimi sondaggi, l’età media è di 58 anni. La provenienza è prevalentemente dalla nostra città e dal cantone o da quelli limitrofi (compresi i molti espatriati in una città come la nostra con 168 nazionalità) e non più del 3% dall’estero.
Negli ultimi anni vi siete aperti a nuovi generi e anche a collaborazioni e offerte artistiche complementari.
Formati come “tonhalleLate” esistono con successo da più di 20 anni, mentre “tonhalleCrush” è stato creato 3 anni fa. Questo concetto prevede un grande pezzo sinfonico diretto da Paavo Järvi e introdotto da lui stesso in un breve discorso in sala concerti, seguito da una sessione di ensemble con i musicisti dell’orchestra nel foyer. Questa sessione, incentrata su un tema speciale come il tango, la samba, la musica popolare svizzera, è legata alle ‘radici’ dei membri dell’orchestra, provenienti da 22 nazioni. Un altro progetto innovativo è “Connect”, creato per persone affette da sclerosi multipla e Parkinson che assistono a sessioni di ballo durante le improvvisazioni dei nostri musicisti. Una proposta resa possibile grazie alla speciale collaborazione tra il Balletto dell’Opernhaus Zürich, la Dance & Creative Wellness Foundation, il gruppo di free performance The Field e noi. Dopo il successo del progetto pilota, stiamo ora consolidando questa offerta inclusiva.
Non c’è però il rischio di uno snaturamento della vostra identità?
No, semmai sono sfaccettature che aggiungono aspetti speciali alla nostra identità e raggiungono nuovi gruppi target, con un enorme ritorno in termini di immagine e di rafforzamento della nostra visibilità. Ci impegniamo anche a fare regolarmente tournée in prestigiosi festival e sale da concerto selezionate, con l’obiettivo di possibili residenze in Europa e in Asia. Per le tournée più importanti sono necessarie soprattutto sponsorizzazioni, che devono essere acquisite.

Con il rinnovo del contratto suo e di Paavo Järvi fino al 2029, siete ora in grado di guardare lontano. Quali saranno i pilastri del futuro sviluppo?
Abbiamo già iniziato a registrare un Ciclo di Sinfonie di Mahler fino alla fine della stagione 28/29. Sarà presentato anche in tournée in città selezionate. Vogliamo accrescere ulteriormente la nostra qualità ed essere considerati una delle migliori orchestre sinfoniche al mondo. L’obiettivo è diventare “il” centro di competenza per la musica classica a Zurigo. La Tonhalle Zürich deve essere un place to be che eccella per concerti e spettacoli offerti, per la sua accessibilità e la qualità dell’esperienza. E dobbiamo agire in anticipo sui tempi per quanto riguarda formati innovativi, compositori viventi e nuove tendenze, in equilibrio con la nostra storia e tradizione.
Per portare avanti con successo la loro attività di offerta e produzione di contenuti artistici, i centri culturali svizzeri – siano essi a vocazione museale, concertistica, scenica o multidisciplinare – si trovano accomunati dalla necessità di garantire la propria sostenibilità finanziaria individuando i pilastri strategici su cui fondare il futuro sviluppo, a partire dall’urgenza di intercettare nuovi pubblici e sostenitori. Un’esigenza a cui sottostà anche la società che gestisce una delle istituzioni più emblematiche del panorama culturale svizzero, la Tonhalle-Orchester Zürich, con cui Ticino Management inaugura una serie di articoli che intersecano cultura ed economia, nella consapevolezza del valore aggiunto che realtà di questo prestigio e qualità generano per l’intero territorio in cui si radicano, dalle collaborazioni con i fornitori regionali, al sostegno della scena artistica locale alle sinergie con l’industria del turismo.
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