TM   Novembre 2024

Una storia che si scrive, senza fine

È la forma non verbale più evoluta: la scrittura a mano. Che pur in un’epoca dominata dalla tecnologia, sta entrando in un ‘nuovo Rinascimento’. Con la riscoperta di un gesto di cui studi scientifici testimoniano gli innumerevoli benefici, ad ogni età, non solo per l’intelletto. Incontro con Vincent Montalescot, Chief Marketing e Merchandising Officer di Montblanc.

di Simona Manzione

Responsabile editoriale Ticino Management Donna

Penne Montblanc
Con il suo design a sigaro di colore nero, i tre anelli in oro e il pennino in oro realizzato a mano, la Meisterstück è considerata a tutti gli effetti la penna simbolo di Montblanc.

Potenziare le capacità cognitive attraverso il ricorso abituale alla scrittura a mano è solo una delle tante opportunità testimoniate da studi scientifici. Uno tra i molti, dell’Università Norvegese di Scienza e Tecnologia, e pubblicato nella rivista Frontiers in Psychology, dimostra come impugnare una penna e scrivere su un foglio di carta generi maggiore connettività cerebrale. Ma l’elenco dei benefici ne contiene di ogni sorta. Il gesto migliora i processi di apprendimento, stimola l’immaginazione e il pensiero astratto, mette in contatto con i propri stati d’animo. Abilità come la concentrazione si rafforzano anche grazie al linguaggio scritto che, impegnando mente e corpo nello stesso tempo, favorisce la tensione verso un unico obiettivo, evitando le distrazioni e aumentando la produttività.

Scrivere a mano può avere effetti terapeutici, aiutando a ridurre lo stress e l’ansia. C’è una connessione emotiva più profonda con tale forma di scrittura. Ecco perché le lettere scritte a mano sono considerate più personali e significative rispetto a testi stampati o email. Questo tipo di scrittura trasmette cura e considerazione, rafforzando i legami personali. La scrittura a mano è insomma un gesto intimo che coinvolge tutti i sensi.

«La scrittura è un territorio di espressione unico, e i nostri strumenti da scrittura ambiscono ad essere altrettanto unici», esordisce Vincent Montalescot, Chief Marketing e Merchandising Officer di Montblanc, la Maison che ha tratto il proprio nome da quello del Monte Bianco, la montagna più alta d’Europa. «L’emblema dell’azienda simboleggia i sei ghiacciai innevati della maestosa montagna, ed è presente a partire dagli inizi della storia aziendale su ogni suo strumento da scrittura», prosegue Montalescot.

Coerente col suo nome, Montblanc punta in alto fin dalla sua fondazione, nel 1906, quando nacque ad Amburgo col nome di ‘Simplo Filler Pen Company’, produttore di strumenti da scrittura, ma con l’ambizione, mai tradita, di produrre penne d’eccellenza. La visione pionieristica dei tre fondatori, con l’innovativo sistema di ricarica, era destinata a cambiare il corso della storia della scrittura.

La sua prima penna fu presentata nel 1909; proprio perché eliminava il rischio delle macchie d’inchiostro, venne denominata ‘Rouge et Noir’, alludendo al modo più sicuro di vincere alla roulette: puntare contemporaneamente sia sul rosso che sul nero.

Compagna di visionari, sognatori e persone mosse da una grande ambizione,  la penna Meisterstück, introdotta nel 1924, ancora oggi a cento anni esatti dalla sua creazione, è celebrata come un’icona di design. Con cappuccio e corpo realizzati in resina di colore nero intenso, l’inconfondibile design a sigaro e il pennino in oro lavorato a mano, la Meisterstück è oggi il pezzo più riconoscibile della Maison, tanto da poter essere considerata un sinonimo stesso del brand. «Nel corso di questo secolo, la Meisterstück ha catturato milioni di storie per mano di autori, creativi e amanti della scrittura. Per sottolinearne il centenario, Montblanc ha chiesto al regista e sceneggiatore statunitense Wes Anderson di creare una campagna in grado di guidare gli spettatori in un viaggio nel mondo del brand visto attraverso i suoi occhi da cineasta. Tra i più grandi narratori del nostro tempo, Anderson racconta il mondo Montblanc attraverso il suo storytelling inimitabile, eccentrico e anticonvenzionale e la sua inconfondibile identità visiva». Da strumentale complice di scrittura, l’iconica penna ha questa volta il ruolo di protagonista; a far da sfondo, una fittizia sede centrale di Montblanc sulla cima del Monte Bianco, mentre si dipana il racconto della Maison, della sua storia e della sua creazione più nota in un modo mai visto prima.

Già qualche anno fa, con il supporto di un altro nome celebre, Spike Lee, «ci eravamo rivolti a una nuova generazione globale di leader e professionisti, ispirandoli a realizzare il loro pieno potenziale nel corso di una vita guidata dalla passione. Il modo in cui le persone lavorano è cambiato e le priorità e i valori sono cambiati a loro volta; era forse giunto il momento di ridefinire i codici del successo per riflettere i cambiamenti in corso. Essere un ‘mark maker’ significa avere un modo diverso di pensare. Non si tratta più di status o di raggiungere la vetta, ma del viaggio ricco di significati e arricchente che facciamo per arrivarci, e delle persone su cui abbiamo un impatto durante il nostro percorso».

Anche i giovani stanno riscoprendo il piacere della scrittura, sono tornati nelle biblioteche, luoghi d’ispirazione dove la conoscenza viene tramandata attraverso il tempo e le generazioni. Luoghi che elargiscono sapere ma anche emozioni, dove le parole rimangono custodite per sempre. «Si tratta di luoghi strettamente legati all’identità di Montblanc, che da sempre celebra la forza delle parole e il modo in cui queste plasmano la nostra identità culturale collettiva. Partendo da questa premessa, la nostra campagna globale ‘The library spirit’ si era basata sulla forza ispiratrice di biblioteche e librerie», un universo di scrittura e parole affine al Dna di Montblanc.

L’azienda, accanto agli strumenti da scrittura, ha sviluppato settori diversi, dalla pelletteria all’oggettistica personale, dai gioielli fino ad un’importante collezione di orologi, con una logistica della produzione a cavallo di tre Paesi.«I nostri strumenti da scrittura sono prodotti ad Amburgo, gli articoli in pelle a Firenze e i segnatempo in Svizzera», sintetizza Montalescot, che così evidenzia la sinergia tra i settori: «Per scrivere qualunque testo, lungo o corto, è necessario pensare e prendersi del tempo». Gli orologi, che Montblanc produce dal 1997, sono «il modo in cui noi abbiamo interpretato, con i nostri codici,  la dimensione del tempo». Meisterstück è anche il nome della prima collezione di orologi. Come pure di una delle collezioni di pelletteria, su cui Marco Tomasetta, da qualche anno direttore creativo del Brand, ha già messo la sua signature stilistica.

Per Montblanc, oggi parte del Gruppo Richemont, un momento significativo nella propria storia orologiera è arrivato nel 2006, quando Richemont ha acquisito Minerva, un punto fermo nella storia dell’orologeria – fondata nel 1859 – come filiale di Montblanc.

Quando Vincent Montalescot è arrivato in azienda, come racconta, «per prima cosa, avevo bisogno di accedere all’archivio. Ho aperto scatole che non erano state aperte per 100 anni. Per capire il futuro di un marchio, bisogna prima capire il passato. Si tratta di un Marchio storico, dunque con un patrimonio da cui si può attingere continuamente. Partendo dal presupposto che in Montblanc c’è qualcosa di veramente unico, che è la scrittura», afferma Vincent Montalescot.

Culla degli strumenti da scrittura è la Manifattura di Amburgo, dove si trova l’Artisan Atelier; qui i maestri orafi ed incastonatori rendono gli strumenti da scrittura vere e proprie opere d’arte. Artigiani specializzati combinano tecniche tradizionali e moderni processi produttivi per realizzare il pennino, l’anima di ogni stilografica Montblanc. Innumerevoli e meticolosi passaggi, l’utilizzo di materiali pregiati come platino e oro massiccio, esclusive tipologie di legno e pietre preziose sono impiegati per realizzare edizioni limitate come la Patron of Art, la Writers Edition, la Great Characters o la collezione High Artistry. Oggetti unici molto apprezzati dai collezionisti.

La realizzazione di un pennino richiede ben trentacinque fasi di lavoro specializzato. Inoltre, per assemblare e testare una stilografica Montblanc, sono necessari settanta passaggi aggiuntivi. Ogni pennino Montblanc è realizzato a mano in oro 14K o 18K. La sagoma del pennino viene stampata con una pressione di circa 18 tonnellate, per poi essere modellata e conferirgli la forma desiderata. Successivamente i maestri artigiani procedono con la levigatura a mano della resistente punta in iridio fino ad ottenere la larghezza e la dimensione perfetta. Dopo il montaggio e gli ultimi dettagli, ogni pennino deve superare un accurato test per verificare che sia idoneo a fornire un’esperienza di scrittura perfetta.

La scelta del pennino adatto allo stile di scrittura di ognuno consente di scrivere senza sforzi. Ai diversi stili di scrittura e di espressione artistica corrisponde una selezione di otto larghezze di pennino oltre all’innovativo pennino flessibile. Per chi desidera avere un’esperienza di scrittura personale ed esclusiva, gli artigiani creano pennini speciali su ordinazione. «Come Maison, il nostro scopo è quello di aiutare le persone a lasciare il segno nella vita, ispirandole a fare ciò che amano e a condurre una vita più appagante. Ispiriamo alla scrittura da un secolo, ci piacerebbe continuare a farlo, rendendo perenne la Maison», conclude Vincent Montalescot.

Un testo tratto dagli archivi
Un testo tratto dagli archivi.

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