TM   Marzo 2024

Venti di coda, non di testa

I titoli growth presentano valutazioni molto attrattive. A fronte di caratteristiche e di un contesto tornati favorevoli, potrebbe essere dunque di nuovo il momento di credervi con convinzione. Un’analisi di James Budden, responsabile marketing e distribuzione di Baillie Gifford.

James Budden

di James Budden

Responsabile marketing e distribuzione di Baillie Gifford

Gli ultimi due anni sono stati perlopiù accidentati per gli investitori growth. Il principale disagio è stato il frettoloso aumento dei tassi d’interesse per contrastare la spirale inflazionistica.

La geopolitica. L’aumento dei tassi ha segnato la fine di un decennio di denaro facile, mettendo in dubbio la capacità delle aziende growth di espandere la propria attività o sopravvivere. Tuttavia, il mondo non è ancora in recessione. Il 2023 è stato positivo per la maggior parte dei mercati. Ancora una volta, gli Stati Uniti hanno fatto da apripista, seppur segnati dall’eccezionale performance dei Magnifici Sette (Meta, Tesla, Alphabet, Nvidia, Apple, Amazon e Microsoft) con un aumento di circa l’80% in termini di prezzo delle azioni, il resto delle 493 società dell’S&P 500 è rimasto sostanzialmente piatto.

Agli inizi del 2024, il sentiment soffia ancora contro i titoli growth. Tuttavia, i venti contrari dell’ultimo biennio potrebbero attenuarsi, in particolare perché queste aziende hanno già dovuto adattarsi a un nuovo paradigma, ponendo l’accento sulla redditività e sulla generazione di flussi di cassa, al fine di dimostrare l’autofinanziamento delle proprie attività. Questa dimostrazione di resilienza è antitetica alla ‘crescita a tutti i costi’ del decennio precedente, sostenuta da liquidità a bassissimo costo. Se allora l’obiettivo era la quota di mercato, ora si tratta solo di crescita organica e di bilancio.

Ci sono stati inevitabilmente vincitori e vinti. Ad esempio, sono stati liquidati gli investimenti in Carvana e Zoom: il modello di business del primo ha faticato a causa dell’aumento dei tassi, mentre il secondo potrebbe avere difficoltà a crescere in un ambiente sempre più competitivo. Tra le società che hanno reagito bene al cambiamento c’è Shopify, la piattaforma di e-commerce incentrata sui commercianti, che ha tagliato i costi e abbandonato la logistica. Anche Door Dash, l’applicazione per la consegna di cibo a domicilio, ha beneficiato della scomparsa dei rivali e ha conseguito quasi 900 milioni di dollari di free cash flow.

Le aziende growth di qualità, con elevati rendimenti e solidi margini, sono in grado di far fronte a eventuali pressioni inflative. Queste aziende non si affidano semplicemente al ciclo economico, mostrano un progresso di fondamentali che dovrebbe essere riconosciuto dai mercati in termini di prezzo delle azioni. Questo sta iniziando ad accadere, dato che gli utili e i profitti superano le aspettative.

Il sentiment soffia ancora contro i titoli growth. Tuttavia, i venti contrari potrebbero attenuarsi, in particolare perché queste aziende hanno già dovuto adattarsi a un nuovo paradigma, ponendo l’accento sulla redditività e sulla generazione di flussi di cassa

Va riconosciuto. Il riconoscimento di ciò è ora sostenuto da una serie di fattori di coda. In primo luogo, molte delle nostre partecipazioni stanno registrando una robusta crescita dei ricavi; in secondo luogo, gli utili e il free cash flow stanno migliorando; in terzo luogo, questi due fattori sono favoriti da forti stimoli strutturali.  Sono palpabili fantastiche opportunità per gli investitori growth. La digitalizzazione di commercio e finanza prosegue spedita. Aziende come Mercado Libre, Coupang e Pdd stanno dominando l’espansione nei rispettivi mercati. L’incrociarsi di dati e sanità offre la possibilità di scoprire nuovi modi per sfruttare la potenza del machine learning  e dare una maggiore probabilità alla prevenzione e alla cura: che la si ami o la si odi, Moderna è in prima linea.

L’economia post-carbonio è all’ordine del giorno, ma il problema è come trarne vantaggio. Ad esempio, il produttore di batterie Northvolt sembra strategicamente importante per l’Europa, è in concorrenza con aziende cinesi e statunitensi. A questo si aggiungono Solugen e Climeworks, che offrono soluzioni per contenere i futuri livelli di emissioni. C’è poi il potenziale dell’Intelligenza Artificiale, ancora invalutabile. Di conseguenza, l’esposizione all’Ia dovrebbe essere diversificata e comprendere l’hardware (Asml), il cloud (Aws), i servizi cloud (Snowflake), le soluzioni per l’industria (Tesla) e i consumatori (Spotify).

Crescita all’orizzonte. È difficile prevedere con precisione quando questo periodo di ‘riconoscimento’ partirà. Ma per chi ha una visione a più lungo termine, i titoli azionari growth possono rivelarsi interessanti. In passato si era soliti pagare un premio per i growth, ma attualmente, a eccezione dei Magnifici Sette, essa appare allettantemente a buon mercato. Molte società presentano buone previsioni in termini di crescita di vendite e utili, mentre le valutazioni sono inferiori o in linea con la media. Potrebbe essere dunque il momento di salire sul treno?

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