Mettere in comune, pulire e dare un senso ai dati ci garantirà longevità. Le tecnologie esponenziali amplieranno l’accesso all’assistenza sanitaria, includendo progressivamente l’intera popolazione mondiale, grazie a nuove capacità e costi drasticamente inferiori. I vantaggi della tecnologia, infatti, devono essere valutati dai margini dell’impero, vale a dire in base a quanto i nuovi strumenti siano in grado di liberare coloro che vivono alla periferia della società. I loro dati sono preziosi e i loro mercati possono essere sbloccati, almeno tecnologicamente.
C’è un altro immenso settore che sarà sconvolto da un approccio di marketing totale, ed è quello dell’istruzione. La tecnologia è già entrata nella scuola e nell’insegnamento, sotto forma di app, che aprono a soluzioni simili ai social media, come nel caso di GoStudent (tutoraggio personalizzato, comprensivo di valutazioni e recensioni per studenti e insegnanti) o Education First (con gli elementi aggiuntivi comunità, viaggi e formazione continua). Ma si può fare molto di più, soprattutto quando l’intelligenza artificiale entra in campo. Secondo il World Economic Forum questo è un momento fantastico per ripensare e potenziare il sistema educativo. Il Wef la chiama Educazione 4.0, che fa rima con le altre etichette 4.0 applicate dall’istituzione ai molteplici campi di quello che definisce ‘moderno capitalismo degli stakeholder’.
Oltre all’ovvio impatto dell’intelligenza artificiale, soprattutto nella sua componente generativa, sull’efficienza (ad esempio, compiti burocratici e dare voti, solo per citarne due) e sulla riduzione del divario dei milioni di insegnanti necessari per soddisfare la comunità globale, a essere intrigante è: 1) la capacità di fornire insegnamento e tutoring ultrapersonalizzati, anche tramite avatar o bot; 2) un curriculum modificato e dinamico, che coprirà le competenze digitali e la programmazione, il funzionamento dell’intelligenza artificiale stessa (risolvere problemi come farebbe l’Ai, scomponendoli in pezzi, e lavorare in squadra) oltre ai temi caldi della sicurezza informatica e della protezione dei dati; 3) la possibilità, in linea con l’idea del total marketing, di mettere in comune i dati di utilizzo, continuamente, e dar loro un senso, fornendo informazioni a studenti, famiglie, insegnanti, istituzioni pubbliche, creatori di curricula e così via, e rendendoli disponibili, per un sistema scolastico progressivamente più efficiente ed efficace. A livello nazionale, regionale e internazionale, una maggior quantità di dati consente la condivisione più rapida delle migliori pratiche d’uso ed esperimenti, e l’accesso all’istruzione ad aree geografiche o parti della popolazione che potrebbero restare indietro.
Sarà necessario un allineamento internazionale sulla protezione dei dati, sull’interazione con l’intelligenza artificiale e su trattamento e monetizzazione dei dati personali (soprattutto quando si tratta di minori), in modo da poter sbloccare nuovi flussi di valore, integrando l’Ai nel mix educativo
Dai libri di testo digitali ai mentor virtuali, dal pensiero computazionale ai simulatori 3D, i progetti pilota illustrati dal Wef nel suo ultimo rapporto mostrano tassi di alfabetizzazione in aumento, una maggiore partecipazione delle donne nelle materie Stem e un dialogo più informato tra gli attori che stanno plasmando il mondo sistema scolastico, dall’Asia all’Africa, ai paesi occidentali. Fin qui tutto bene. Funziona, a quanto pare.
Ciò che manca è qualcosa di basilare e di estremamente ambizioso. Il divario digitale è di 2,6 miliardi di persone senza Internet. È una questione di investimenti nelle infrastrutture tecniche. Ad esempio, Edison Alliance, un’organizzazione no-profit multistakeholder, sta già lavorando per connettere un miliardo di vite entro la fine del 2025 attraverso il sostegno pubblico e privato. La seconda necessità è un allineamento internazionale sulla protezione dei dati, sull’interazione con l’intelligenza artificiale e sulla definizione di come trattare e monetizzare i dati personali (in questo caso, soprattutto quando si tratta di minori) in modo da poter sbloccare nuovi flussi di valore, integrando l’Ai nel mix educativo. Come insegnanti umani e virtuali, non possiamo permetterci di lasciare soli i nostri figli. Dobbiamo proteggerli dalle macchine e dall’agenda secondaria degli attori pubblici o privati, in modo che imparino a sviluppare il pensiero critico, insieme alle loro capacità funzionali, e a innovare e sfidare lo status quo, o a socializzare e sviluppare ulteriormente le loro comunità, mentre distribuiamo le vaste ricompense economiche dell’Education 4.0.
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