Swiss Venture Club, promuovere lo spirito imprenditriale
L’obiettivo di dare maggiore visibilità pubblica alle migliori Pmi della Svizzera ha portato nel 2003, a due anni dalla fondazione dello Swiss Venture Club, alla prima edizione del suo premio, a Berna nell’Espace Mittelland, vinta dall’azienda di biciclette high-tech DT Swiss. Dato il successo – come ricorda il Direttore di SVC Michael Fahrni – l’iniziativa è stata progressivamente estesa al resto del Paese. Un’occasione per ispirare altri imprenditori a sprigionare il loro potenziale di crescita.
Alla presenza di un folto pubblico del mondo economico, politico, accademico e culturale, oltre che imprenditoriale, le cerimonie degli otto Prix SVC diventano un fondamentale momento di networking, attirando complessivamente ogni anno circa 5mila ospiti che fanno rete e si scambiano idee commerciali. Inoltre, complice l’eco mediatica, queste realtà escono dalle nicchie spesso molto specialistiche in cui operano per associarsi finalmente al volto e alla storia di coloro che hanno saputo svilupparle investendosi in prima persona con intraprendenza, passione e capacità di pianificazione
Direttor Michael Fahrni, pur nella grande varietà delle aziende selezionate in questi oltre vent’anni come finaliste e delle otto regioni economiche in cui operano, quale ritratto complessivo delle Pmi svizzere emerge dai Prix SVC?
Nel corso di 74 eventi, Svc ha premiato 438 delle migliori Pmi in Svizzera. Nonostante l’avanzata del settore dei servizi, si vede come il nostro Paese sia rimasto un importante centro industriale ed è proprio nel secondario che abbiamo premiato molti dei nostri campioni nascosti. Tuttavia, indipendentemente dal settore in cui le aziende sono attive, vi fattori che le accomunano: la costante ricerca dell’innovazione e dell’eccellenza aziendale e, molto spesso, la leadership in una nicchia di mercato globale. Di conseguenza queste Pmi non sono obbligate a vendere i loro prodotti solo tramite il prezzo, ma puntando sulla miglior qualità, funzionalità esclusive e altri elementi distintivi. In breve: dispongono di una Unique Selling Proposition.

Quale idea si è fatto in questi anni delle aziende della Svizzera italiana?
In occasione delle dieci edizioni del Prix SVC Svizzera italiana abbiamo premiato 59 aziende eccellenti. Esse dimostrano la diversità e la forza innovativa delle Pmi ticinesi attive nel settore farmaceutico, industriale, caseario, turistico e agricolo, come del resto anche in tutta la Svizzera. Tuttavia, in quanto piccola minoranza linguistica, questa regione ha dovuto combinare sin dall’inizio qualità importanti come l’adattabilità con una forte coesione interna e una propria identità. Di conseguenza, ha creato un terreno fertile per la formazione di personalità forti che hanno lasciato e lasciano il segno anche oltre i confini nazionali: a cominciare dal consigliere federale Ignazio Cassis a campioni sportivi come Lara Gut o Noe Ponti e, naturalmente, l’architetto Mario Botta. Senza dimenticare Fabio Regazzi, membro anche del Consiglio SVC, che da imprenditore ticinese dirige l’Associazione svizzera di categoria.
Con quali criticità vi confrontate per promuovere lo spirito imprenditoriale?
Coinvolgere attivamente le Pmi nelle questioni economiche della politica e della società, oltre agli interessi per la propria azienda, rimane una sfida. Spesso, ovviamente, per mancanza di tempo: gestire un’azienda di qualsiasi dimensione non è un lavoro da 40 ore a settimana. Poiché la voce delle aziende è di solito poco presente sui media e nell’opinione pubblica, il mondo imprenditoriale spesso non è ascoltato a sufficienza e a volte mancano gli strumenti per comprenderlo.
In che misura il contributo dei diversi main sponsor che vi sostengono – Credit Suisse (Parte del Gruppo Ubs), Emil Frey, Iwb, Mazars, la Mobiliare e Swisscom – è determinante per la vostra rete?
I nostri sei Gold Partner principali sono tutti leader di mercato in Svizzera, e in alcuni casi a livello internazionale. Un successo dovuto anche al fatto che sono sempre stati consapevoli dell’importanza delle Pmi, sia come clienti che fornitori o partner commerciali. Avendo una grande conoscenza dei mercati regionali, i rappresentanti degli sponsor che fanno parte delle giurie regionali riescono a segnalare campioni nascosti. Inoltre, tutti possiedono un’esperienza imprenditoriale pluriennale che consente loro di analizzare e classificare i finalisti in base ai 12 criteri di valutazione, una missione non sempre facile vista la qualità.
In quali altri modi promuovete lo spirito imprenditoriale?
La Fondazione SVC per l’imprenditorialità, che ho la fortuna di presiedere, si propone di ispirare soprattutto i giovani. Tra le altre cose, sosteniamo iniziative a livello nazionale come Young Enterprise Switzerland ed entrepreneurskills. Grazie alle esperienze stimolanti vissute in questi programmi, ci auguriamo che i giovani scelgano la strada del lavoro indipendente dando vita alla loro azienda. Inoltre qualunque imprenditore abbia un grande progetto, con un impatto in linea con almeno uno dei nostri campi d’azione – “Innovazione ed eccellenza” e “Formazione e imprenditorialità” – può sottoporcelo per verificare la possibilità di ottenere una sovvenzione.