TM   Settembre 2023

Simone Pellegrini. Una geografia anarchica

Lugano, Musec, fino al 26 novembre

L’indagine pittorica di Simone Pellegrini è volta alla ricerca di un nuovo alfabeto fatto di forme e di segni impressi su grandi fogli di carta da spolvero con delle matrici prodotte dall’artista stesso. In mostra al Musec 12 opere di grandi dimensioni realizzate tra il 2007 e il 2022.

L’indagine pittorica di Simone Pellegrini (Ancona, 1972) è volta alla ricerca di un nuovo alfabeto fatto di forme e di segni impressi su grandi fogli di carta da spolvero con delle matrici prodotte dall’artista stesso. Fonti della sua ispirazione creativa sono scritti filosofici, mistici, scientifici e poetici che liberano l’immaginario del suo mondo interiore.
L’esposizione del Musec presenta 12 sue opere di grandi dimensioni realizzate tra il 2007 e il 2022. Le grandi carte di Pellegrini sono il lento sviluppo di una grammatica simbolica in cui ogni elemento entra in dialogo con gli altri. Scie di organismi cellulari, forme di vita fitomorfe, segmenti di creature antropomorfe si frammentano o si fondono trasformandosi in una nuova vita.

Simone Pellegrini
Simone Pellegrini all’opera ©Simone Pellegrini

Il processo compositivo inizia già dalla creazione del supporto delle opere, che l’artista realizza partendo dalla carta vergine, ridotta in piccole parti poi ricomposta con la colla, per ottenere una nuova e sempre irripetibile base di lavoro. Ogni matrice cartacea – disegnata a carboncino, colorata con pigmento e infine unta a olio per permettere la corretta trasposizione dei motivi – crea una singola forma ed è utilizzata una sola volta e poi gettata, generando così elementi unici.
Accostati gli uni agli altri, i segni impressi sui grandi fogli formano cartografie visionarie e atemporali che evocano iconografie mistiche, paesaggi arcaici, cosmogonie, antichi codici alchemici, esoterici, mitologici. L’opera di Pellegrini invita l’osservatore a espandere la propria percezione, lasciando campo libero all’immaginazione.

La mostra allestita nello Spazio Maraini del Musec presenta, oltre alle 12 opere a parete, un’installazione composta da numerose matrici poste a terra sotto l’opera più grande e allestite come se fossero cadute dopo aver trasposto il segno sul supporto.
L’esposizione è il terzo capitolo del progetto Global Aesthetics del Musec, dedicato all’esplorazione del rapporto tra l’arte contemporanea e il contesto ideologico e culturale in cui essa si muove.

Museo delle Culture – Musec
Lu-Ve, 11-18, Sa-Do, 10-18,
Ma, chiuso
Fino al 26 novembre

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