La salute è uno dei fattori che determinano lo sviluppo economico e la riduzione della povertà. Una solida base teorica ed empirica evidenzia come il capitale umano – di cui una componente importante è la salute – contribuisca alla crescita economica, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Studi della Direzione Generale per la salute e la sicurezza alimentare della Commissione Europea mettono in luce come la salute contribuisca ai risultati economici attraverso quattro principali canali: maggiore produttività legata a individui più sani ed efficienti; maggiore offerta di lavoro connessa anche a una più lunga permanenza nel mercato del lavoro; miglioramento delle competenze grazie a maggiore istruzione e formazione; aumento del risparmio, guidato da un’aspettativa di vita più lunga. Si potrebbe aggiungere che investendo sulla salute si abbattono le spese sanitarie e si aumenta in generale il benessere della popolazione.
Tuttavia, oggi, nei Paesi sviluppati spesso si discute di problemi legati alla spesa sanitaria. In Svizzera, per esempio, l’Ufficio federale della sanità pubblica ha annunciato che i premi dell’assicurazione sanitaria aumenteranno in media dell’8,7%. Le cause sono principalmente un progressivo invecchiamento della popolazione, ma anche l’aumento del costo dei farmaci e il maggiore consumo di ‘sanità’. Il sistema risulta quindi sempre più difficile da finanziare e parte della popolazione non riesce a pagare i premi. L’autorità pubblica deve quindi sostenere queste persone concedendo sussidi.
Anche l’Italia, sotto questo punto di vista, presenta diversi problemi, tra cui un importante sottofinanziamento e una progressiva carenza di personale sanitario. Ciò ha portato, a solo titolo di esempio, a introdurre misure di nuova tassazione per i ‘vecchi’ frontalieri italiani che lavorano in Svizzera; dovranno versare una percentuale del loro reddito netto per finanziare il Sistema Sanitario Nazionale italiano.
La situazione è ancora più delicata nelle aree più povere del pianeta, dove il peso delle malattie e la loro diffusione rappresentano una questione cruciale da affrontare. L’Organizzazione Mondiale della Sanità pubblica annualmente un’edizione aggiornata delle statistiche relative alla salute mondiale, evidenziandone successi e sfide. Nell’ultimo World Health Statistics 2023 viene riportato come il mondo abbia compiuto notevoli progressi. L’aspettativa di vita è aumentata grazie soprattutto a un calo della mortalità infantile e materna, a una minore mortalità da malattie infettive e alla maggiore accessibilità ai servizi sanitari. Tuttavia, già da diversi anni, i progressi rispetto a molti indicatori sanitari globali sono rallentati o stagnanti. La pandemia stessa ha fatto regredire ulteriormente la situazione.
Accelerare i progressi è comunque possibile attraverso sforzi congiunti di comunità locali, Governi e organizzazioni internazionali. Essenziali sono quindi un aumento sostanziale dell’attenzione e degli investimenti. Di recente, infatti, la Fondazione di Bill e Melinda Gates ha annunciato un budget di 8,6 miliardi dollari per salvare e migliorare vite umane, con un impegno ad aumentare la spesa annua a 9 miliardi di dollari entro il 2026. Nella nota diffusa alla stampa si legge come parte dei finanziamenti saranno destinati a promuovere innovazioni sanitarie globali perché Non possiamo parlare del futuro dell’umanità senza parlare del futuro della salute come commenta lo stesso Gates.
Il tema della sanità sarà quindi centrale anche nei prossimi anni. L’invecchiamento della popolazione e l’aumento di malattie croniche aumenterà la domanda di servizi e trattamenti. Questo mercato sarà quindi in continua espansione, alla ricerca di nuove soluzioni e opportunità al fine di migliorare la qualità della nostra vita. In un’ottica di lungo termine e di diversificazione di portafoglio, investire nel settore dell’Healthcare potrebbe quindi essere una buona idea. Occorre però prestare attenzione; questo settore include infatti diverse categorie, legate per esempio alla fornitura di servizi sanitari, allo sviluppo e alla commercializzazione di farmaci, a vaccini o terapie, alla produzione di dispositivi medici come protesi, articolazioni… Si tratta di un mondo decisamente variegato anche in termini di dimensione e stabilità delle società. Molte presentano bilanci solidi e situazioni patrimoniali robuste, ma in alcuni ambiti, specialmente quelli ad alto contenuto tecnologico, esiste una costellazione di piccole Start up.
L’innovazione tecnologica e la ricerca e sviluppo sono infatti elementi chiave dell’industria della salute e ne costituiscono spesso il motore di crescita. Ora più che mai, per esempio, l’Intelligenza Artificiale può dare un contributo determinante in questo ambito. Allianz Partners, in uno studio del 2019, individuava, tra le tendenze chiave che potranno rivoluzionare il panorama sanitario nei prossimi anni, le cure mediche personalizzate, le cellule staminali, la medicina su scala nanometrica, la terapia genica, l’editing del genoma e la digital health.
Sensori smart posizionati “attorno e all’interno” del corpo umano, renderanno immediatamente accessibili i dati sanitari e l’estrazione predittiva di dati medici fornirà avvertimenti preventivi su possibili problemi e malattie future. Le terapie con cellule staminali saranno sempre più utilizzate e gli organi da trapiantare saranno creati in laboratorio, con minimo rischio di rigetto. La nanomedicina potrebbe consentire agli scienziati di creare farmaci più potenti e l’Intelligenza Artificiale potrà aiutare nella diagnosi quotidiana, nell’accelerazione del passo delle innovazioni e nel migliorarne l’efficacia.
Dal punto di vista degli investimenti, tuttavia, il settore della salute ha registrato nell’ultimo anno performance inferiori alle aspettative. Nel 2023 il rendimento dell’indice MsciWorld Health Care (in dollari) è stato del 4,27%, chiaramente inferiore alle performance dei principali indici. L’andamento è però irregolare: alcune società, quelle che avevano fortemente beneficiato dell’emergenza pandemica, hanno visto un forte ridimensionamento, anche a causa del crollo delle vendite dei vaccini anti-Covid. Pfizer, Moderna e BioNTech, in borsa hanno perso terreno.
Alcuni ambiti specifici, invece, sono stati caratterizzati da ritorni a doppia cifra; è il caso di Novo Nordisk e di Eli Lilly, società leader nel trattamento dell’obesità, che hanno saputo attirare l’attenzione e il favore degli investitori. La scorsa estate la danese Novo Nordisk è persino arrivata a scavalcare Lvmh in termini di capitalizzazione, in Europa.
Si tratta quindi di un settore complesso, poliedrico e alla ricerca di innovazioni. Dopo aver condotto un’attenta e approfondita analisi, gli investitori più esperti potrebbero quindi decidere di investire in singole azioni (nella speranza di identificare i prossimi “vincitori”, attivi per esempio in ambito oncologico oppure nella cura dell’Alzheimer). In forma più conservativa, la scelta potrebbe essere quella di diversificare tra i principali segmenti e per geografia, esponendosi al settore salute attraverso fondi d’investimento attivi o passivi. L’ingresso nei mercati privati, ambito ‘illiquido’, è invece riservato a chi può bloccare capitali a più lungo termine.
Per concludere, diverse banche e analisti prevedono sviluppi, prospettive e performance positivi per questo settore, sia nel 2024 sia a medio-lungo termine. Ne sottolineano in particolare il carattere difensivo e i buoni dividendi, che rendono il settore adatto a periodi complessi e sostanzialmente aciclico, ma anche la capacità potenziale di alcune società di introdurre innovazioni dirompenti. Il mix di valutazioni interessanti e di innovazioni ‘latenti’ dovrebbe quindi alimentare la crescita e le performance nel lungo termine, così come permettere di cavalcare una delle tendenze strutturali più evidenti e riconosciute, l’invecchiamento della popolazione.
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