Ultimamente i mercati obbligazionari si sono concentrati sul calo dell’inflazione e su prospettive di indebolimento della crescita. La stretta monetaria della Bce sta già avendo un impatto sull’economia reale, e c’è la consapevolezza che resterà debole anche nei prossimi trimestri. Al momento, i mercati scontano diversi tagli dei tassi entro la fine dell’anno, e questa previsione non appare eccessiva. In questo contesto, le valutazioni obbligazionarie restano allettanti e dovrebbero offrire un buon potenziale di rialzo.
Quest’anno, le obbligazioni corporate offrono un buon profilo rischio/rendimento, sia nel segmento Investment Grade che in quello High Yield. Tuttavia, nell’effettuare la selezione è importante considerare la solidità creditizia delle aziende, nonché alcune discrepanze tra i diversi settori. Ad esempio, l’immobiliare è in crisi, quindi i rendimenti potenziali non compensano i rischi. Ci si attende che gli obbligazionari continuino a risalire nel 2024. In particolare, sembra realistico prevedere rendimenti delle obbligazioni corporate intorno al 4-6%, a prescindere dallo scenario macro.
L’Ig ha reso circa l’8% lo scorso anno, sulla scia di spread del credito in contrazione e del calo dei rendimenti di base. Anche il mercato europeo ha messo a segno solide performance, salendo di oltre il 12% con una contrazione degli spread di oltre 100 bp. Ad eccezione di una debolezza passeggera registrata a febbraio/marzo e dovuta alle turbolenze legate a Svb e Credit Suisse, e di qualche problema a ottobre relativo all’escalation in Medio Oriente, gli High Yield europei hanno registrato tutti i mesi una performance positiva. Gli ultimi due mesi dell’anno in particolare hanno chiuso solidi guadagni, speculando su imminenti tagli dei tassi.
È probabile che la crescita in Europa continui a rallentare. In particolare, nei primi due trimestri l’economia potrebbe essere messa in difficoltà da costi dell’energia sempre elevati e da una certa debolezza nei consumi. Stipendi reali più alti e tassi d’interesse in calo nella seconda metà dell’anno potrebbero portare a un miglioramento della situazione economica. Anche se il calo globale dell’inflazione consentirà alle Banche Centrali di ridurre i tassi, le tempistiche sono alquanto incerte e potrebbero creare delusione sui mercati. I livelli elevati di debito governativo e la continua imprevedibilità della situazione geopolitica nascondono un certo potenziale di volatilità.
Le condizioni e la qualità del mercato europeo dell’Hy restano buone: oltre il 60% delle emissioni sono nella fascia BB e le variazioni del rating sono state generalmente positive. A eccezione delle società immobiliari, la liquidità aziendale è soddisfacente e le scadenze future possono essere rifinanziate in anticipo
Il livello di rendimento del 3,6% (al 31 dicembre 2023) per il credito Ig offre un solido carry, specie considerando possibili tagli dei tassi d’interesse più avanti nell’anno. Il mercato ha scontato uno scenario di soft-landing con una tendenza disinflazionistica che porterebbe l’inflazione più in linea con gli obiettivi della Banca Centrale. È già stato scontato un rallentamento della crescita, ma non una recessione. Nel caso di una recessione più grave, i livelli di reddito sottostante potrebbero diminuire ulteriormente, andando a compensare spread del credito potenzialmente più elevati.
Nel frattempo, le condizioni e la qualità del mercato europeo dell’Hy restano buone: oltre il 60% delle emissioni sono nella fascia BB e le variazioni del rating sono state generalmente positive (più upgrade che downgrade). A eccezione delle società immobiliari, in cui si attendono la maggior parte dei casi d’insolvenza, la liquidità aziendale è soddisfacente e le scadenze future possono essere rifinanziate con un certo anticipo. Nel 2024 ci si aspetta buone nuove emissioni nel mercato dell’Hy.
Uno dei fattori di rischio che potrebbe portare a un ampliamento temporaneo degli spread è un calo economico inaspettatamente pronunciato. Tuttavia, gli emittenti in euro di titoli Ig godono, in media, di una buona qualità del credito, di una leva relativamente bassa e di elevate scorte di liquidità accumulate negli ultimi anni. La maggior parte delle aziende è quindi generalmente ben posizionata per affrontare un periodo di debolezza economica. Ad ogni modo, la selezione dei fondamentali del credito resta essenziale in un contesto di costi dell’energia elevati e debole domanda da parte dei consumatori. Si consiglia di concentrare gli investimenti in società con un modello aziendale solido, in grado di affrontare eventuali periodi di debolezza dei consumi con moderali livelli di indebitamento, o capaci di ridurre tali livelli rapidamente.
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