Arrivato al design attraverso la scultura e influenzato dall’art nouveau, Noé Duchaufour-Lawrance coniuga sensualità e rigore in lavori che esaltano il valore dell’arte nella creazione contemporanea. Uno dei designer più richiesti al mondo, è noto per la sua attenzione ai materiali, con una predilezione per le forme organiche.
Nato in Francia e formatosi alla Scuola Superiore di Arti Decorative di Parigi, lavora attraverso un’ampia gamma di discipline e materiali generando un corpus di realizzazioni attraversato da una narrazione profondamente radicata nella natura. I progetti spaziano dall’architettura all’arredamento, dagli interni alle collezioni su misura e in edizione limitata.
Rafforzata dalla iniziale formazione come scultore, l’innata attitudine a mettere in dialogo lo spazio e l’oggetto, è un elemento che contraddistingue le sue realizzazioni. Il dualismo tra funzionalità ed emozione scorre senza soluzione di continuità nei suoi progetti, sia nell’architettura d’interni (il celebre Sketch di Londra, le lounge di Air France, per esempio) sia nel design di mobili o oggetti (Ligne Roset, Hermès, Zanotta, per citarne alcuni), ma anche per le realizzazioni ad hoc commissionate da clienti privati, o istituzioni culturali come Villa Medici. E a Villa Medici, sede romana dell’Accademia di Francia dal 1803, dove sono stati recentemente ristrutturati sei saloni, anche Noé Duchaufour-Lawrance ha dato il proprio apporto, con interventi che si ispirano alle forme e ai materiali caratteristici di Roma: la silhouette dei pini a ombrello compare nel suo tavolo ‘Borghese’, che ha adattato per il ‘Salon des Pensionnaires’, e la pavimentazione della Via Appia Antica ha ispirato il tavolo modulare creato appositamente per il ‘Salon de Lecture’ e il ‘Salon Bleu’. Un apporto guidato, come l’intero progetto di ristrutturazione, dal desiderio di stabilire un dialogo tra il patrimonio preesistente e le creazioni contemporanee.
Da questo stesso approccio sensibile alla scultura, alla natura, alla materia e al genius loci, nasce anche l’originale design di Steinway & Sons Noé Limited Edition, moderna interpretazione del classico pianoforte a coda Steinway & Sons. Il pianoforte a coda è stato presentato nelle scorse settimane al Palais de Tokyo di Parigi, con un concerto privato della celebre pianista, e artista Steinway, Yuja Wang.
Noé Duchaufour-Lawrance, che ha dato vita a molti progetti iconici, tra cui le capsule a forma di uovo nei bagni del celebre ristorante Sketch di Londra, la sedia Corvo per Bernhardt Design o la scrivania Manta per Ceccotti Collezioni, ha descritto l’opportunità di progettare un pianoforte per Steinway & Sons come «qualcosa che un designer può sognare. Ed è stato un sogno creare un’interpretazione moderna di questo strumento classico», sottolineando come sia in fondo qualcosa che capita una sola volta nella vita: «Avevo lavorato, oltre dieci anni fa con Pleyel, per progettare alcuni mobili utilizzando le tecniche di laccatura del pianoforte, ma questa è la prima volta che lavoro su un pianoforte», precisa il designer.
Il risultato di questa collaborazione è un’opera d’arte elegante e scultorea, realizzata a mano nella fabbrica di Amburgo. In deroga al classico pianoforte a coda Steinway & Sons, il bordo del Noé Limited Edition presenta un’insolita e bellissima forma ‘fluida’, basata su quelle che Noé chiama ‘curve emozionali’; una celebrazione della luce e del suono ispirata al flusso e riflusso naturale della musica.
«La musica, proprio come l’acqua, scorre e rifluisce, il flusso costante dell’acqua erode nel tempo le rocce sulla riva, disegnando diverse forme allungate sulla loro superficie. Ho pensato a come le tracce curve dell’inchiostro diventino note sulla carta e a come quelle note diventino musica che viaggia come increspature nell’aria. L’immaterialità del suono, la fluidità del tempo e la risonanza con lo spazio combinati con queste linee sensuali sono stati la mia ispirazione», afferma Noé Duchaufour-Lawrance. Nello scegliere tre diversi colori – bianco, rosso e blu -, il designer ha aggiunto impiallacciature abbinate ad alcune parti dei pianoforti, creando incastri di grande impatto visivo.Le gambe sono di una particolare forma rotonda, perfettamente in linea con il morbido flusso del bordo del pianoforte; l’insolita lira, realizzata in metallo, rende pieno il fascino dello strumento.
«Occuparmi di un pianoforte ha rappresentanto una sfida complessa, a più livelli. Come oggetto, esiste da diversi secoli e Steinway, con i suoi 170 anni di storia pianistica, ha già padroneggiato tutte le tecniche, le invenzioni e il know-how di uno strumento perfetto. Non potendo togliere nulla dal pianoforte e non potendo cambiare la sua forma e struttura perfetta, la lista dei vincoli era piuttosto ricca. Ho quindi pensato che l’unico modo per esprimermi liberamente sarebbe stato quello di aggiungere del materiale. Aggiungendo materiale, ho potuto anche scolpire e quindi esprimere pienamente me stesso. Di solito il design si basa su ‘less is more’, ma in questo caso ho optato piuttosto per ‘more is more’! ».
Guido Zimmermann, presidente di Steinway & Sons Europe, aggiunge: «Noé aveva una visione chiara per Steinway & Sons: una visione che ha avuto un riscontro a livello emotivo, ispirata alla natura, che completava il design originale, modernizzandolo e affinandolo con eleganza. Siamo molto orgogliosi del risultato finale. In occasione del concerto parigino, la performance è stata interemente registrata, in ogni passaggio musicale, ad alta risoluzione. Il brano può quindi essere riprodotto sullo ‘Spirio’ il primo sistema di riproduzione automatica ad alta risoluzione di ogni nota suonata dall’artista, tanto da risultare poi praticamente indistinguibile dall’originale. Se l’artista desidera modificare il brano, può immediatamente modificarlo o perfezionarlo grazie all’editor ad alta risoluzione integrato nell’App Spirio per iPad», conclude il presidente dell’iconica azienda, che proprio quest’anno celebra centosettanta anni di esistenza, i cui pianoforti – che hanno un tempo di produzione mediamente di un anno – , hanno stabilito uno standard senza compromessi per quanto riguarda il suono, la maestria, il design e l’investimento.
L’azienda ha solo due fabbriche in tutto il mondo, ad Amburgo e a New York, dove lavorano artigiani altamente specializzati. Il tema dell’artigianalità è particolarmente caro a Noé Duchaufour-Lawrance che, da sempre, dà risalto agli artigiani, ai professionisti dell’arte e ai loro ambienti di lavoro. In Portogallo, dove il designer francese vive oggi, ha rafforzato questo dialogo con l’artigianato regionale da quando, nel 2019, ha fondato ‘Made In Situ’. Nato da uno spazio espositivo a Lisbona, questo nuovo capitolo del suo lavoro stabilisce una serie di scambi interdisciplinari incentrati sulle persone e sulle loro connessioni con l’ambiente.
Noé Duchaufour-Lawrance paragona spesso il suo approccio al niwa, il piccolo giardino che occupa il centro delle case tradizionali giapponesi. Come un soffio organico in seno ad una disciplina volta principalmente a rispondere alle esigenze di un’industria, di un mercato, o di un committente. Per questo, non si pone alcun limite nei progetti che sviluppa, tenendosi pronto a concepire oggetti per grandi produttori traendo ispirazione dalle loro linee (Ceccotti Collezioni, Cinna, Zanotta sono solo alcuni di essi), a creare armonia in luoghi pubblici (tra questi, i saloni Air France, Ciel de Paris, il ristorante Yquem dell’hotel Meurice, lo chalet La Transhumance) o, ancora, a definire l’immagine di un prodotto o di una vetrina per una importante Maison (Paco Rabanne, Yves Saint Laurent Beauté, Perrier Jouët). Noé Duchaufour-Lawrance ha ricevuto premi e riconoscimenti. Vanta inoltre numerose mostre presso musei e istituzioni culturali. Suscitare emozioni attraverso l’uso delle forme è diventata un’evidenza per un designer che ama sia il bello che l’utile, tanto l’armonia quanto la responsabilità.
© Riproduzione riservata