TM   Luglio/Agosto 2023

La costellazione di Locarno Pro

La ricerca e la promozione di ‘visioni’ emergenti e indipendenti, missione identitaria per il Locarno Film Festival, si esprime non solo attraverso la selezione delle opere presentate al pubblico, ma anche con i programmi dedicati ai professionisti dell’industria cinematografica, che in Locarno Pro trovano un punto di riferimento e un supporto di assoluta qualità.

di Susanna Cattaneo

Giornalista

La magia del grande schermo, l’entusiasmo di ritrovarsi a condividere il tempo e lo spazio di una sala cinematografica – o quello ‘stellare’ di Piazza Grande, nel caso delle proiezioni serali all’aperto -, fra scoperte di nuovi autori e riscoperte di grandi classici, di cui sarebbe altrimenti difficile venire a conoscenza nelle logiche mainstream delle grandi piattaforme di distribuzione. Poi i dibattiti, gli incontri e il fascino sempre magnetico del tappeto rosso.

Se, uscendo dalla pandemia, il Locarno Film Festival (Lff) è tornato ad attirare l’anno scorso quasi 130mila spettatori, cifra che sembra destinato a superare nell’imminente edizione, dal 2 al 12 agosto, è perché sa offrire tutto questo, con l’alta qualità curatoriale che lo proietta nella top ten dei festival cinematografici internazionali. Ma non solo.
Per meritarsi il riconoscimento di baluardo del cinema indipendente, non basta essere luogo di ‘consumo’, ma anche di creazione: «Sotto il cappello di Locarno Pro offriamo un’ampia scelta di iniziative, programmi e servizi pensati per i professionisti dell’industria e gli artisti dell’audiovisivo, con l’obiettivo di fornire un supporto a venditori, filmmaker e rappresentanti di produzione, distribuzione ed esercizio cinematografico nello svolgimento dei loro compiti, che vanno dalla concezione all’uscita di film in diverse aree del mondo», spiega Markus Duffner, responsabile di Locarno Pro.

Si tratta di una realtà che include una decina di iniziative, da quelle ad ancoraggio più territoriale come Alliance4Development – un workshop che ha l’obiettivo di incoraggiare il co-sviluppo in fase iniziale e la cooperazione a lungo termine per progetti tra Austria, Germania, Italia, Francia e Svizzera – alle tante che guardano ben oltre i confini, anche europei, come First Look, trampolino di lancio per film in qualsiasi fase di post-produzione, che nelle sue otto edizioni ha guardato a Colombia, Messico, Cile, Brasile, Israele, Polonia, … fino al Regno Unito, quest’anno. Alla nuova generazione è dichiaratamente rivolto U30, un forum che ha l’obiettivo di stimolare lo scambio di opinioni e promuovere l’analisi della direzione dell’industria cinematografica.
«I professionisti alle prime armi rappresentano una componente più fragile, che ha bisogno di un boost in questa industria di non facile accesso e spesso lobbistica. Una delle nostre iniziative di cui andiamo maggiormente orgogliosi è l’Industry Academy, un workshop di 4-6 giorni dedicato ai giovani professionisti tra distributori, addetti alle vendite, organizzatori di festival, esperti di marketing, Vod e programmazione cinematografica. Si svolge a Locarno ad agosto, ma poi prosegue lungo tutto l’arco dell’anno e in tutto il mondo con dieci altri ‘spin-off’, grazie alla collaborazione con festival, mercati e laboratori internazionali, in Grecia, Libano, Sud Africa, Cile, Brasile, Costa Rica, Colombia, Messico, Stati Uniti e India», sottolinea Markus Duffner.

Il Locarno Film Festival segna il debutto per i film presentati in anteprima. Durante la rassegna ci raggiungono in media 350-400 compratori, che possono così acquistarne i diritti di distribuzione, e circa 150 programmatori di altri festival per selezionare per le loro rassegne quello che più li colpisce.

Markus Duffner Locarno Pro

Markus Duffner

responsabile di Locarno Pro

Il tutto introdotto da una giornata iniziale, StepIn, che invita un gruppo internazionale di 50 dirigenti di spicco nei diversi settori dell’industria cinematografica a discutere tematiche e sfide dell’audiovisivo. Quest’anno la domanda chiave sarà cosa oggi possa definirsi ‘cinema indipendente’: «In questi mesi si è infatti assistito a una corsa da parte delle grandi case di produzione, dei broadcaster internazionali e dei principali servizi streaming, all’acquisto di società di produzione che si dedicano al cinema indipendente per conquistare il pubblico di cinefili che sfugge alla loro offerta. Ci si può però chiedere se sia corretto che un produttore indipendente che entra a far parte di questi grandi gruppi possa ancora ricevere finanziamenti da enti e fondi pubblici. Di conseguenza, si è di recente assistito nei bandi di finanziamento alla comparsa di clausole per limitare la quota massima detenuta da un broadcaster delle società che si candidano, fissandola di norma al 25%. Segno della volontà di tutelare l’indipendenza dei piccoli player, che rimane il fondamento del cinema di autore e il business core della nostra attività», commenta l’Head of di Locarno Pro. Ed è proprio grazie a incontri e attività come queste che il Locarno Film Festival è stato e continua a essere precursore delle tendenze.

© Locarno Film Festival / Ti-Press / Massimo Piccoli
Fra le iniziative rivolte ai professionisti durante il Locarno Film Festival, il think tank StepIn si interroga quest’anno su cosa possa definirsi oggi ‘cinema indipendente’ di fronte a un’industria in trasformazione strutturale. A rispondere una cinquantina di dirigenti ed esperti del settore.

 

Durante la manifestazione sono previste anche proiezioni industry dei film in selezione per concentrare nell’arco di quattro e cinque giorni la presenza di venditori e compratori, che giungono da tutta Europa e anche dal resto del mondo, Usa in primis, e anche l’Asia quest’anno dovrebbe tornare in forze.

I risultati in termini di circuitazione confermano la capacità del Lff di intercettare e mettere in luce nomi chiave e tendenze del cinema contemporaneo riscontrando un chiaro interesse, anche commerciale, per le opere selezionate. «Il Locarno Film Festival segna il debutto ufficiale per i film presentati in anteprima a pubblico e membri dell’industria presenti alla manifestazione. Da qui, per molte di queste opere prende avvio un’avventura di 12-24 mesi con la partecipazione ad altri importanti festival internazionali, premi, riconoscimenti e diffusione in sala o su piattaforma, e poi nei cataloghi. Durante la rassegna ci raggiungono in media 350-400 compratori, che possono così acquistare i diritti di distribuzione nei loro territori, e circa 150 programmatori di altri festival per selezionare per le loro rassegne quello che più li colpisce», illustra Markus Duffner. A conferma, l’86% circa dei lungometraggi in première a Locarno75 ha trovato una distribuzione internazionale e oltre una cinquantina sono approdati ad appuntamenti cardine del panorama internazionale.

© Locarno Film Festival / Ti-Press / Alessandro Crinari

Più però che adottare una strategia finalizzata al mercato, come per Cannes o Venezia, un festival invece orientato al cinema di autore, indipendente ed emergente come Locarno, guarda all’industria puntando sulla qualità di una programmazione pensata su misura per le società e i professionisti selezionati.

«Ogni incontro, iniziativa, momento di networking è pianificato in base al profilo dell’ospite. Ad esempio, durante il Festival organizziamo pranzi per i professionisti studiando nei minimi dettagli la composizione dei singoli tavoli, per innescare le sinergie più promettenti e garantire un’occasione di contatto genuina: non la classica sfilza di pitch one-to-one talmente serrati che nessuno si ricorderà del singolo progetto, ma un’atmosfera conviviale, dove prima ancora di parlare di lavoro si possano creare delle relazioni autentiche», osserva il responsabile di Locarno Pro.

Grazie al digitale, si esce anche dal vincolo della presenza fisica, e non soltanto per consentire a chi non può arrivare di persona di seguire l’evento da remoto (il 10% degli accreditati). Nella logica di Locarno 365, si punta infatti a potenziare l’impatto della rassegna, raggiungendo tutto l’anno e dovunque le sue comunità di interesse. Ne è interprete anche il progetto Heritage Online, un database lanciato nel 2020 con l’obiettivo di dare nuova vita commerciale ai film di patrimonio. «Quest’anno proponiamo per la prima volta una giornata dedicata all’industria del cinema classico, Heritage Monday, con momenti di networking, riflessione e la proiezione di film appena restaurati, in questo caso il capolavoro dell’egiziano Yousri Nasrallah, La porte du Soleil (2004), che abbiamo riportato a nuova vita in collaborazione con il nostro partner Cinegrell, con cui lanciamo anche l’Heritage Online Restoration Contest, che offre un restauro completo a uno degli oltre 30 progetti che si sono candidati da ogni continente e che sarà mostrato a Locarno77 nel 2024». Si parla di contributi dai 50mila franchi in su, a seconda delle condizioni di conservazione, della durata dei film, della scelta del 2 o del 4K ed extra vari. Aspetti fondamentali affinché queste produzioni possano soddisfare i requisiti richiesti dalle piattaforme, dove altrimenti sono ben poco presenti.

 

Open Doors, porte spalancate per al cinema indipendente

© Locarno Film Festival / Ti-Press / Samuel Golay
Appuntamento con l’America latina e i Caraibi per Open Doors, programma emblematico dell’impegno del Locarno Film Festival a sostegno del cinema indipendente come forma espressiva da tutelare e incentivare anche grazie a sinergie fra diverse realtà.

 

Altro esempio di eccellenza dell’ibridazione fra fisico e digitale è Open Doors. Con venti anni alle spalle festeggiati la scorsa edizione, è un’anima insostituibile del lavoro che Locarno svolge a sostegno dei professionisti delle realtà più marginali. «La nostra missione è sostenere artisti provenienti da comunità sottorappresentate e da paesi le cui condizioni politiche ed economiche critiche mettono a rischio il cinema e l’arte come forme di espressione», spiega Zsuzsi Bánkuti, dall’anno scorso Head of di Open Doors. In precedenza è stata responsabile delle acquisizioni e della programmazione per una società di distribuzione e cinema indipendente, la Cirko Film di Budapest, poi presso The Match Factory a Colonia, dove si è occupata inoltre di attività di vendita internazionali, festival e strategie di marketing, con una media di 600 film supervisionati all’anno. «In stretta collaborazione con la Direzione dello sviluppo e della cooperazione del Dfae, che ci sostiene dall’inizio, grazie a Open Doors vogliamo costruire ponti tra regioni, paesi e continenti. Attraverso i nostri programmi pubblici e professionali, contribuiamo a creare le condizioni per la realizzazione e la diffusione di opere di talenti in aree del mondo particolarmente difficili, favorendo lo sviluppo di una scena cinematografica indipendente, locale e regionale», evidenzia la responsabile.

Nato nel 2003 come piattaforma business che si focalizzava ogni anno su una diversa regione, dal 2016 Open Doors segue una programmazione triennale per un lavoro più esteso e approfondito, necessario a creare le premesse per accompagnare, far crescere e rendere autonomi produttori creativi e registi.

 

Attraverso i programmi pubblici e professionali di Open Doors contribuiamo a creare le condizioni per la realizzazione e la diffusione di opere di talenti in aree del mondo particolarmente difficili, favorendo lo sviluppo di una scena cinematografica indipendente, locale e regionale

Zsuzsi Bankuti, responsabile di Open Doors

Zsuzsi Bánkuti

responsabile di Open Doors

In totale vengono selezionati otto progetti in fase di sviluppo e otto produttori creativi per partecipare rispettivamente alla piattaforma di co-produzione Projects’ Hub, e al programma di sviluppo Producers’ Lab rivolto ai produttori creativi, figure che spesso nei progetti cinematografici assumono un ruolo trasversale, occupandosi non solo del finanziamento, ma anche della presentazione del progetto, della selezione di regista e team, dell’organizzazione delle riprese…  «Come sempre ricordo però, prima ancora di cercare di realizzare un film, occorre interrogarsi sul pubblico che si desidera raggiungere, cosa non sempre semplice da comprendere in realtà nelle quali spesso non esiste nemmeno una rete di sale cinematografiche. Ogni progetto deve poter parlare al suo pubblico. A volte, poi, scopriamo anche dei filmmaker che non hanno ancora un progetto concreto o non sono abbastanza maturi professionalmente: se crediamo in loro, li indirizziamo a intraprendere un percorso per acquisire le competenze necessarie, così da potersi poi candidare, quando saranno pronti, a Open Doors», spiega Zsuzsi Bánkuti.

Da quest’anno verrà inoltre offerto un nuovo programma, il Directors’ Club, per fornire ai cineasti selezionati per gli Open Doors Screenings ancora più possibilità di trarre il massimo dalla loro esperienza al Festival. A fianco, e anche oltre la durata della manifestazione, sono attivi una hotline e il servizio di Consultancy, che offre a una decina di progetti meritevoli una consulenza individuale online con esperti internazionali. Proprio l’online si conferma una risorsa preziosa anche per la diffusione dei contenuti: i cortometraggi di Open Doors sono infatti resi disponibili anche in streaming senza restrizioni geografiche per raggiungere il pubblico più vasto possibile e le aree di chi non ha potuto partecipare fisicamente al Festival.
A completare la costellazione dei programmi proposti da Open Doors, una sezione non competitiva di proiezioni.

I numeri dell’industria al Locarno Film Festival

In presenza…

(Fonte: Locarno Film Festival) Con quasi 1400 accreditati, da 93 Paesi nel mondo, un terzo dalla Svizzera, Locarno Pro nel 2022 ha segnato un record storico che quest’anno potrebbe ritoccare.

«Open Doors agisce dunque da incubatore di talenti, offrendo uno spazio dove accedere a strumenti, formazione, nuove ispirazioni e contatti, per creare, finanziare e promuovere le opere, sviluppare le proprie capacità. Sempre in quest’ottica, complice la pandemia, ci siamo dotati di uno strumento come l’Open Doors ToolBox, una piattaforma che mette a disposizione risorse create ad hoc con contenuti inerenti tutte le fasi dei progetti, interventi di esperti, sessioni registrate, un’area forum e gruppi privati in cui i membri possono condividere risorse esclusive e personalizzate». Uno strumento particolarmente apprezzato, come conferma la crescita di iscrizioni, aumentate del 16,2% nel 2022, a quota 1414, da 93 Paesi.

Quest’anno Open Doors propone il secondo appuntamento con il ciclo triennale dedicato all’America latina e ai Caraibi che ha debuttato nel 2022. «Un’area ricca di voci, generi e contenuti che sta riservando numerose sorprese, per un totale di 22 Paesi interessati, molto eterogenei per realtà politiche e culturali, e con sistemi cinematografici e pubblici altrettanto diversi. Non solo facilitiamo il loro accesso a finanziamenti e produttori europei che possono aiutarli, ma ancor prima incoraggiamo le diverse aree geografiche a collaborare fra loro», conclude la responsabile di Open Doors. Affinché proprio a partire dalle connessioni che nascono qui, a Locarno, possano divenire catalizzatori della scena locale, a sostegno di quel cinema indipendente che del Festival è il fulcro.

© Riproduzione riservata

Immagine in apertura: © Locarno Film Festival / Gabriele Putzu – Piazza Grande “pardata” a festa, in un’insolita prospettiva dall’alto.

Locarno Pro