TM   Settembre 2023

Sognare a occhi aperti

Dalla grande opera lirica che la inaugura al Festival di danza contemporanea che la chiuderà, la nuova stagione del LAC si conferma per l’alta qualità e la varietà delle sue proposte. Un centro culturale che non si vuole solo vetrina, ma anche crocevia di creazione e produzione, con prestigiose collaborazioni internazionali e un forte legame con il suo territorio.

di Susanna Cattaneo

Giornalista

Bianco su Bianco Compagnia Finzi Pasca
“Bianco su Bianco”, il 23 e 24 febbraio 2024, sarà il terzo spettacolo della Compagnia Finzi Pasca in cartellone quest’anno, per festeggiarne i 40 anni di attività. © Viviana Cangialosi – Compagnia Finzi Pasca

Si intitola Il libro dei sogni, la stagione 2023/24 su cui il LAC ha appena alzato il sipario con un’Anna Bolena che è tornata a portare in scena la grande opera lirica, a un solo anno da La traviata. Di exploit il centro culturale di Lugano nei suoi primi otto anni di attività ne ha allineati molti, con una forte crescita nella qualità e nella varietà delle sue proposte, accompagnata dalla capacità di intercettare un pubblico non soltanto di appassionati, complice anche la proposta di un abbonamento annuale a un prezzo davvero accessibile, che già nel suo primo anno è andato oltre le migliori aspettative con già più di un migliaio di sottoscrizioni, fra cui anche molti giovani. Dall’altra parte l’importante sostegno raccolto dai partner del territorio conferma come il LAC non corra il rischio di rimanere un mondo d’eccellenza chiuso in sé stesso, ma venga percepito nel suo ruolo di propulsore di iniziative e progetti di cui non soltanto le istituzioni e le fondazioni già dedite alla cultura, ma anche le realtà del tessuto imprenditoriale locale vedono il grande valore aggiunto, contribuendo a finanziarlo.

I sessanta sold-out della scorsa stagione confermano il crescente interesse, giustificato dal livello delle proposte, che rimane la colonna portante anche del cartellone 2023/24. Un dato su tutti, le 26 produzioni (erano 16 lo scorso anno), fra le quali molte andranno anche in tournée, toccando 60 città, soprattutto importanti palcoscenici italiani, per oltre 250 repliche: il che conferma come il LAC sia sempre più non soltanto vetrina per grandi spettacoli, ma a sua volta luogo di creazione e partner di prestigiose collaborazioni che lo collocano a pieno diritto sulla mappa dei centri culturali di riferimento a livello europeo. Un circolo virtuoso di cui beneficiano anche gli operatori del territorio, fondamentali per sostenere questa progettualità.

Carmelo Rifici LAC
Carmelo Rifici, Direttore artistico LAC Lugano Arte e Cultura. © Photo LAC – Studio Pagi

Molta concretezza, dunque, rispetto alla quale un titolo come Il libro dei sogni, scelto dal direttore artistico Carmelo Rifici per questa stagione, non vuole esortare alla fuga onirica, quanto richiamare a quella che è la natura stessa del teatro: la sua possibilità di aprire a una dimensione altra, in grado con il suo linguaggio, i suoi strumenti interpretativi e le molteplici prospettive che offre di dire sulla realtà che viviamo più di quanto una disamina scientifica possa teorizzare. Il titolo prende a prestito quello del saggio del filosofo e mistico greco Artemidoro, che nel II secolo dopo Cristo proponeva per la prima volta una vera enciclopedia teorica e pratica del sogno, compendio di tutta l’antica e tradizione greca sul tema.

«Quando stavamo costruendo la stagione pensavo proprio a quanto il teatro, a volte in maniera indiretta, ma spesso in maniera estremamente consapevole, cerchi di far muovere noi umani all’interno di un significato che non cogliamo. A volte la realtà ci travolge come il peggiore degli incubi – pensiamo soltanto agli ultimi anni – e noi di questo inaspettato dobbiamo farci carico, rapportandoci con tutte nostre inquietudini. Il teatro è sempre servito a orientarsi in un mondo che a volte sembra caotico, mentre altre ci imbriglia con la sua quotidianità. Contrapponendosi ai codici conformi e cristallizzati della contemporaneità, invece la forza creativa del mondo onirico –  tutto quanto si muove all’interno di noi e appartiene alla dimensione dell’invisibile e dell’impalpabile – può aiutarci a capire la vita reale, quando non addirittura anticiparla, dandocene delle intuizioni. Abbiamo dunque selezionato spettacoli che immaginano il ribaltamento, il grottesco, lo stupefacente, il surreale, il magico, il sovversivo: non come evasione fantastica, ma come una possibilità che il teatro contempla, attraverso l’immaginazione, di spronare a pensare, a riflettere, ma anche a sospettare che non tutto si chiuda nel conosciuto», spiega Carmelo Rifici.

Il Capitale Kepler-452
Il 6 marzo 2024, per il ciclo “L’occhio della Storia”, un progetto di Kepler-452, “Il Capitale”. © Luca Del Pia

«Da contraltare, perché amo le contraddizioni e per mostrare l’altra grande possibilità dell’arte teatrale, ovvero il suo essere una lente verso il reale, abbiamo voluto proporre un secondo filone, chiamato Nell’occhio della storia, che prende invece di petto la realtà: una serie di spettacoli che giocano con la Storia, muovendo dal Settecento francese, attraverso guerre e totalitarismi, all’oggi, per interrogarci sulle nostre stesse democrazie», illustra il direttore artistico.

Nel corso della stagione, lui stesso si cimenterà con due nuove regie, coprodotte dal LAC, che interpretano questi due filoni: il 7 e l’8 novembre, prima assoluta de La pulce nell’orecchio con cui, dopo aver indagato negli scorsi anni l’oscurità dell’animo umano, affronta invece una commedia dalla perfetta macchina scenica, l’esilarante vaudeville di Georges Feydeau, di cui Rifici cura anche adattamento e traduzione insieme a Tindaro Granata. Sul fronte della storia, porterà invece in scena la complessa figura del fondatore di Democrazia Cristiana, con De Gasperi: l’Europa brucia, avvalendosi del collaudato binomio con Angela Demattè e della straordinaria interpretazione di Paolo Pierobon (8-9 marzo).

Relative Calm Bob Wilson LAC
“Relative Calm”, al LAC il 13 e 14 dicembre, rinnova la collaborazione tra il grande ‘Bob’ Wilson e la coreografa Lucinda Childs. © Lucie Jansch

Difficile estrapolare uno spettacolo piuttosto che un altro fra i 70 che Carmelo Rifici e il suo team hanno selezionato per la stagione, per un totale di 134 alzate di sipario. Si impongono però alcuni momenti simbolici. Primo, l’omaggio a colui che da molti è ritenuto tra gli artisti visivi e teatrali più importanti al mondo, Robert ‘Bob’ Wilson, che a oltre quarant’anni dall’opera iconica Einstein on the Beach torna a collaborare con la leggendaria coreografa statunitense Lucinda Childs per Relative Calm (13-14 dicembre), spettacolo multimediale sulle musiche di Jon Gibson, John Adams e la celebre Pulcinella Suite di Igor Stravinsky. Nel periodo natalizio, la Hall ospiterà anche una sua installazione appositamente ideata,  lo zoo immaginifico di Animal Stories.

L’altro grande tributo va alla Compagnia Finzi Pasca che, celebrando i suoi 40 anni, presenta nel corso dell’anno tre spettacoli emblematici della sua storia e del suo universo onirico – Luna Park dal 15 al 17 settembre, Icaro il 16 e 17 dicembre e Bianco su Bianco il 23 e 24 febbraio – affiancati da altre speciali occasioni di incontro e condivisione con il pubblico.

Nanni Moretti
Il 20 e 21 dicembre, il debutto teatrale di Nanni Moretti con “Diari d’amore”, una grande coproduzione europea cui partecipa anche il LAC. © Alberto Novelli
Umberto Orsini Karamazov
Il 21 e il 22 maggio 2024 Ivan Karamazov torna con le sue contraddizioni, portato in scena da uno dei più grandi interpreti di sempre, Umberto Orsini. © Fabrizio Sansoni

Come ormai d’abitudine non mancheranno i grandi classici, sia a livello di autori, registi e interpreti: su tutti, l’omaggio a Dostoevskij, dai Demoni che Fabrizio Sinisi rilegge come affresco della giovinezza attuale (19-20 gennaio), alla straordinaria performance che regalerà Umberto Orsini confrontandosi con uno dei personaggi più complessi e tormentati della letteratura, Ivan Karamazov (21-22 maggio).  Grande attesa per il debutto teatrale di Nanni Moretti, con Diari d’amore, tratto da due commedie di Natalia Ginzburg (20-21 dicembre); fra il prestigioso consorzio europeo di coproduttori, anche il LAC.

Accanto ai ‘mostri sacri’, l’attenzione va anche talenti emergenti, ai quali è dedicato un apposito focus, La nuova regia.
Interessante anche il cartellone musicale, dove si segnalano due pietre miliari del musical: West Side Story (dal 23 al 28 gennaio) e Chicago (4-5 marzo).

West Side Story LAC
Dal 23 al 28 gennaio 2024 uno dei musical più celebri e amati, “West Side Story”. © Johan Perssoni

Se la qualità della prosa è ottima, addirittura straordinaria promette di essere quella della danza che, fra tradizione e innovazione, allinea grandi nomi del passato, ensemble stranieri, protagonisti della scena svizzera e della coreografia di ricerca, confermando come la danza sia sempre più centrale nella stagione del LAC e, al contempo, il LAC sia sempre più al centro delle scene e degli scenari della danza nel mondo, grazie alla lungimiranza della direzione artistica e generale che hanno saputo costruire importanti relazioni a livello nazionale e internazionale.
Momento clou sarà quello che vedrà in scena finalmente un’opera della “madre del teatro-danza” Pina Bausch, La Sagra della Primavera (1975), eseguita da una compagnia appositamente composta da danzatori provenienti da paesi africani. In dittico, verrà proposta il nuovo lavoro Common ground[s], interpretato e ispirato alla vita di due donne straordinarie: Germaine Acogny, “madre della danza africana contemporanea” e fondatrice dell’École des Sables, e Malou Airaudo, ex membro del Tanztheater Wuppertal. A questo appuntamento che cade nel mezzo della stagione (18-29 febbraio) ne precedono e seguono tre tutti di grande spessore, a partire dal 21 e 22 novembre, con Les Ballets de Monte-Carlo che porta in scena classici shakespeariani Romeo e Giulietta.

LOVETRAIN2020 LAC
Anche la danza sarà protagonista della nuova stagione del LAC, con 7 appuntamenti di assoluto spessore, fra cui LOVETRAIN2020, ode coreografica agli anni ’80, il 4 febbraio 2024. © Julia Gat

Proprio alla danza il compito di chiudere la stagione, con la seconda edizione del Lugano Dance Project, dal 12 al 16 giugno, dove il binomio corpo e architettura, che farà da tema federatore, ha suggerito di estendere le location anche ad alcuni degli edifici più significativi della regione, tra chiese, ville storiche e teatri.
In attesa, sabato 23 settembre, il centro culturale ha aperto le sue porte a tutta la popolazione per una giornata di festa: spettacoli, performance e concerti dentro e fuori dal centro culturale, con una programmazione che saprà entusiasmare bambini, famiglie, ragazzi, adulti, appassionati e curiosi, dal primo mattino alle 2 di notte.

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Il programma completo e aggiornato è disponibile sul sito luganolac.ch