Il 2008 ha consegnato una delle più grandi crisi economiche della storia, ma ha anche regalato l’idea di una moneta disintermediata, il Bitcoin, e introdotto la blockchain, la possibilità di tracciare e garantire transazioni digitali su di un registro condiviso, senza il rischio del ‘double spending’. Una rivoluzione. Sono passati quasi quindici anni dal famoso Bitcoin paper di Satoshi Nakamoto e, nonostante l’attuale contrazione del mercato delle crypto-valute, il Bitcoin viaggia saldamente sopra i 25.000 dollari, mentre la rivista Coinbase riporta come il 52% delle aziende della lista ‘Fortune 100’ abbia già adottato o abbia piani concreti su blockchain.
Non male per un mondo dato per spacciato in più d’un’occasione. Ma, che cosa rimane di quello spunto iniziale? Qual è l’unicità di quella rivoluzione, che, come tutti i cambiamenti delle tecnologie esponenziali, è molto più lenta e progressiva di quello che i giornali o le discussioni dei social dichiarano? Tre i cambiamenti chiave, e che rimarranno negli anni a venire, tutti scaturiti dalle riflessioni di Satoshi & Friends:
– La necessità di uno strumento di pagamento digitale, accessibile all’intera comunità globale, fruibile per micropagamenti e libero da tasse e gabelle del sistema finanziario tradizionale. Bitcoin voleva essere uno strumento di condivisione di valore, inattaccabile e parallelo a quel mondo finanziario che continuava a privilegiare i pochi. L’attuale lavoro, dietro le quinte, per mettere a punto strumenti di pagamento più snelli, come le Central Bank Digital Currencies (Cbdc), ancorate però a monete Fiat di riferimento per evitarne l’estrema volatilità, testimonia quanto il sistema bancario tradizionale abbia fallito nel raggiungere l’intera popolazione mondiale, o non sia adatto a soddisfare le esigenze di un target che si muove in un mondo digitale immersivo, istantaneo e fatto di miliardi di micro interazioni tra utenti verificati e anonimi (es. il gaming);
L’attuale lavoro, dietro le quinte, per mettere a punto strumenti di pagamento più snelli, come le Central Bank Digital Currencies (Cbdc), ancorate però a monete Fiat di riferimento per evitarne l’estrema volatilità, testimonia quanto il sistema bancario tradizionale abbia fallito nel raggiungere l’intera popolazione mondiale, o non sia adatto a soddisfare le esigenze di un target che si muove in un mondo digitale immersivo, istantaneo e fatto di miliardi di micro interazioni tra utenti verificati e anonimi
– La completa padronanza e monetizzazione delle proprie attività in ambito digitale. La proprietà si accompagna a responsabilità, proprio perché tutto viene tracciato su di un registro condiviso. La blockchain ha aperto il campo alla possibilità di mettersi in gioco, e di venire ricompensati chirurgicamente e proporzionalmente al proprio impegno per consolidare la comunità, detto altrimenti per aumentare il capitale sociale dietro Bitcoin o qualsiasi altro progetto di blockchain; quanto più forte è il network, tanto più sarà liquida e forte la cripto-valuta nativa di riferimento. La forza dei progetti di Animoca Brands, per esempio, che ha inventato il gaming su blockchain, si basa proprio sulla vecchia idea di costruire una comunità, che partecipa, ma che vuole essere ricompensata per la propria ‘digital agency’;
– La programmabilità della blockchain, che è una delle rivoluzioni di Ethereum, e qui si chiude il cerchio, è l’elemento che permetterà di gestire transazioni ad personam, con il minimo rischio di errore o frode. La programmabilità di una transazione, che sia una ricompensa o un pagamento, al verificarsi di certe condizioni, tutte codificate a monte, rende la blockchain lo strumento essenziale di efficientamento di qualsiasi supply chain. Una transazione tracciabile, automatica e pagabile all’istante migliora la produttività di una filiera del lusso, per esempio, nell’ordine della doppia cifra percentuale.
Il mondo era diverso nel 2008, quando Satoshi & Friends hanno immaginato una nuova frontiera del digitale. Il mondo di oggi deve a loro un’infrastruttura che permette di disegnare flussi efficienti, tracciabili, programmabili e infallibili nel ricompensare persino il micro. Una lunga marcia, di cui si vedranno tutti i frutti nei decenni futuri.
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