TM   Aprile 2024

La grande farsa dell’energia

Fra arroganza e stoltezza: convinto di sapere tutto, l’uomo finisce per difendere posizioni ideologiche e interessi politici invece di ascoltare quanto la scienza gli suggerirebbe. Un’analisi di Ettore Accenti, esperto di Tecnologia.

 

 

Ettore Accenti

di Ettore Accenti

Esperto di tecnologia

Lawrence Livermore National Laboratory
© Lawrence Livermore National Laboratory. Prima che la fusione nucleare possa alimentare le centrali elettriche si dovrà attendere la fine secolo. Attenzione dunque agli entusiasmi per pretese svolte storiche, come la prima reazione di fusione nucleare a bilancio energetico positivo annunciata a fine 2022 dal Lawrence Livermore National Laboratory.

Di energia ho scritto – in questa e altri sedi – nonché letto molto, ma più approfondisco l’argomento, più mi convinco che siamo veramente mammiferi presuntuosi e pazzi: convinti di poter controllare la natura, crediamo di capire tutto e facciamo il contrario di tutto.

Presunzione. Siamo immersi e dominati da un’immensa natura che si muove su una scala spazio-temporale in cui persino la durata dell’intera nostra specie è insignificante. Se nello spazio di una vita siamo disturbati da qualche cambiamento ambientale, dovuto a noi o meno, ci strappiamo le vesti e, quasi sempre, peggioriamo la situazione, anzi alcuni la sfruttano a proprio vantaggio. Oggi siamo al centro di un periodo interglaciale iniziato circa 12mila anni fa al termine della settima glaciazione dell’ultimo milione di anni, glaciazione che ha consentito ai nostri progenitori di passare a piedi dall’Asia alle Americhe. Ringraziamo il cielo di non essere in quell’era! Nel XIX secolo la natura ci ha regalato due eruzioni, quella del Tambora nel 1815 e quella del Krakatoa nel 1883 che, con le loro emissioni, hanno modificato l’atmosfera provocando centinaia di migliaia di morti dovuti a carestie e raffreddamento globale. Speriamo che la natura non raffreddi l’atmosfera nello stesso modo ora!

La cosa comica della nostra umanità è che la presunzione si biforca in negazionisti e non, quasi sempre basati su posizioni ideologiche anziché su quel poco, veramente poco, di scienza di cui disponiamo. Il problema quindi si sposta su quanto e come noi dovremmo fare o meno. Così gli interessi politici di noi, piccoli ospiti di questo adorabile pianeta, predominano soffocando ogni ragionevole analisi. Non si valuta se quei pochi centesimi di grado centigrado per decennio di aumento della temperatura da noi causati siano gravi o meno. Chi è interessato a sfruttarli ai propri fini ne prevede disastrose conseguenze, quindi immensi investimenti per evitarle. Chi è del fronte opposto, ne nega l’esistenza. Una farsa alquanto divertente.

Pazzia. Premetto che non parlo del presente, ma dell’umanità da sempre. Da quando i cavernicoli impararono a difendere la loro caverna scagliandosi sassi, siamo passati oggi al cosiddetto equilibrio strategico delle armi atomiche, il cui uso ci spedirebbe tutti all’altro mondo, e non solo noi. Del resto, quando un nipotino mi chiede perché ci sono le guerre oggi, rispondo: “Trovami una pagina del tuo libro di storia in cui non si parli di guerra!”.

Popolarizzata nel modo più sbagliato dalla stampa come “la copia artificiale del funzionamento del Sole” per produrre energia pulita. Messaggio che induce i non addetti, anche politici, a pensare che la soluzione al problema energetico sia vicino. È teoricamente impossibile duplicare sulla Terra o in qualsiasi altro pianeta quel processo che si innesca solo in stelle dell’ordine di grandezza del nostro Sole. Conosciamo la fisica di come innescare quell’energia dagli anni ’50 con la prima bomba atomica termonucleare, detta appunto all’idrogeno, che per ottenere quella pressione faceva esplodere al proprio interno una bomba atomica a fissione. Sappiamo anche come replicare il processo in modo controllato, obiettivo del progetto internazionale Iter, la più grande macchina in costruzione al mondo, paragonabile alla stazione spaziale in orbita. In breve, non potendo creare la pressione del Sole, si è calcolato che occorra raggiungere almeno i 150 milioni di gradi centigradi anziché i 15 milioni del Sole. Inoltre, non possiamo fondere atomi di idrogeno come nel Sole, ma due suoi isotopi, deuterio e trizio. Il primo si trova nel mare, il secondo occorre crearlo. Iter prevede che venga autoprodotto all’interno, ma sono richiesti almeno altri dieci anni per verificarlo. Poi occorreranno altri decenni per realizzare un prototipo che produca ragionevoli quantità di energia a un costo accettabile e, a quel punto, partirà la progettazione di centrali elettriche riproducibili, cioè a fine secolo.

In tutti i piccoli e ridicoli esperimenti decantati dalla stampa di tutto il mondo, e da oltre trenta start up succhia-soldi, il trizio viene prodotto con altri mezzi all’esterno del processo, in quantità di frazioni di milligrammo.

Krakatoa (1883) litografia, eruzione
Nell’Ottocento, ad abbassare le temperature globali ci pensarono due eruzioni tanto devastanti da modificare l’atmosfera, come quella del Tambora (1815) e del Krakatoa (1883).

Venendo all’energia o, meglio, alla capacità di sfruttarla a nostro beneficio da quando, sempre i cavernicoli, riuscirono a impossessarsi del fuoco, siamo passati dal miliardo di abitanti del XIX secolo agli oltre 8 miliardi odierni. Non male: un po’ di ottimismo ci vuole nonostante le nostre numerose malefatte e questo sarebbe giusto ricordarlo a quei poveri giovani contestatori che dormono in sacco a pelo fuori dai sontuosi incontri dei grandi della terra per le loro inutili Cop.

Pazzia perché vedo quanto il mondo sia ondivago su questioni fondamentali come l’energia e come le comunità mondiali non comprendano che questo nostro recente sviluppo industriale è dipeso e dipende da quanta energia il nostro meraviglioso Sole, abbia sotterrato in milioni di anni sotto forma di petrolio, gas e carbone, che noi stiamo consumando in poco più di un secolo.

Quando sento che l’idrogeno salverà il mondo mi viene da rotolarmi dalle risate. Mentre le fossili le estraiamo energia inclusa, l’idrogeno liquido dobbiamo crearlo mettendocela noi, magari bruciando 5 kg di benzina per ogni kg di idrogeno! Per non parlare di rinnovabili che aiutano a ridurre le emissioni di CO2 in una piccola parte del mondo, mentre altrove se ne producono sempre più. Sia chiaro, non sono contro solare, eolico e altre mille diavolerie, alcune delle quali ho personalmente aiutato a creare e diffondere, ma non prendiamoci in giro. Il motore elettrico è il più efficiente mezzo per creare energia meccanica, incomparabilmente più del termico. Non per niente, da oltre un secolo utilizzato in treni, tram e filovie, che oggi dismettiamo convertendo su gomma… una pazzia, appunto! E poi, l’auto elettrica ha solo il non trascurabile problema di doversi portare appresso l’energia elettrica in pesantissime e inquinatissime batterie.

Ciò detto, resto comunque ottimista ripensando a quanto osservavo da ragazzo quando mi portavano a visitare i musei naturali dove mi descrivevano i giganteschi reperti accompagnandoli del come e perché quelle specie si fossero estinte. Mi sembravano enormi e potenti e mi chiedevo come noi fossimo riusciti a conquistare il pianeta superando tutti gli altri esseri viventi. Ora lo so: oltre ad essere più intelligenti siamo anche dannatamente fortunati!

Il principio del suo funzionamento, come sempre per l’umanità, nasce dallo sviluppo dell’arma atomica. L’energia termica con cui si azionano le turbine che producono elettricità si ottiene principalmente dall’urto dei neutroni che si generano dalla rottura del nucleo di certi minerali opportunamente trattati, essenzialmente uranio e plutonio. Le centrali a fissione controllano questo flusso di neutroni regolando così il calore che si sviluppa e quindi l’elettricità prodotta.

Si tratta di una tecnologia molto consolidata che oggi vede la sua IV generazione e, soprattutto, lo sviluppo di piccole centrali atomiche con potenze sotto i 300 MW e che, da poco, nelle versioni micro, vanno dai tre a qualche decina.

Sono pericolose? Certamente, come tutto ciò che costruiamo. Il crollo della diga del Vajont del 1963 distrusse una valle e fece migliaia di morti. Ogni anno abbiamo milioni di morti sulle strade nel mondo. Ogni vaccinazione crea problemi. Ancora una volta l’umanità deve decidere, tra due possibili mali, il minore. Accettiamo di produrre più CO2 e non impiantiamo nuove centrali a fissione? Pare che l’Europa abbia deciso di inserire le centrali atomiche tra quelle del “Green Deal”. Tra il rischio di contenere il Pil e quello di qualche radiazione, la scelta della politica, dopo tante chiacchiere, non poteva essere diversa.