È passato un mese dalla seconda edizione di PlanB, la controversa manifestazione che ha riunito a Lugano crypto entusiasti, curiosi e massimalisti Bitcoin di tutto il mondo. Fomentate da media e stampa, ancora non si sono placate le polemiche tra denigratori e sostenitori dell’iniziativa… Da una parte chi afferma che Bitcoin sia solo un vile strumento speculativo, uno schema Ponzi ‘globale’, un non regolamentato strumento, dedito al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo. Un mix di illusione e criminalità, insomma. Dall’altra, chi ritiene lo stesso un’invenzione geniale, rivoluzionaria, di portata storica e baluardo di tutte le libertà, non solo di quella finanziaria. La tematica è decisamente attuale e merita un approfondimento senza preconcetti ideologici.
L’argomentazione preferita dei detrattori, è che i pagamenti effettuati tramite la rete Bitcoin garantiscano una certa forma di anonimato. Questo è tendenzialmente vero. L’indirizzo del wallet (che può essere paragonato a un Iban bancario) che ha disposto o ricevuto l’operazione, rimane infatti sempre noto, senza però che ne sia automaticamente svelata l’identità del proprietario. Quello che non sempre è chiaro, è che se anche Bitcoin viene spesso definito come contante ‘digitale’, a differenza di esso, che una volta passato di mano in mano ne viene persa la tracciabilità e l’origine, i suoi spostamenti da un wallet all’altro lasciano sempre una traccia immutabile sulla blockchain.
Questo nonostante esista anche la possibilità di utilizzare i cosiddetti ‘mixer’, software ‘open source’ che rendono più difficile e complicato il tracciamento. Tale ‘pseudo’ anonimato, favorirebbe quindi per i suoi critici, operazioni criminali, alla stessa stregua del caro vecchio ‘cash’. Come tale, e come auspicato da gran parte della nomenclatura politico-finanziaria, dovrebbe quindi essere limitato, controllato se non addirittura abolito. Che Bitcoin sia servito per finanziare anche attività illegali è evidente e incontestabile. Basti guardare al suo passato utilizzo su ‘Silk Road’, piattaforma che permetteva traffici illeciti nel dark web, prontamente chiusa poi dalle autorità.
Bitcoin incorpora allo stesso tempo le tre caratteristiche fondamentali della moneta: mezzo di pagamento, unità di conto e riserva di valore. È insieme all’oro fisico, l’unica risposta possibile al continuo svilimento valutario perpetrato dalle Banche Centrali
Altrettanto innegabile però, è che sia i circuiti finanziari tradizionali che qualsiasi valuta ‘fiat’ (come euro o dollaro), siano sempre stati usati per identici scopi. Cosa si propone allora? Si aboliscono le valute e si chiudono tutte le banche perché qualcuno le ha utilizzate per fini illeciti? Non è la pistola che fa o meno di un uomo un criminale, ma il suo utilizzo. La schiera dei sostenitori replica invece enfatizzandone proprio la ‘privacy finanziaria’ e l’anonimato che tale sistema di pagamento garantisce, issandolo a strumento di libertà, resiliente a censura e necessaria per tutte le persone che vivono sotto Governi dispotici e oppressivi, nonché indispensabile riserva di valore invece, per tutti quei popoli che risiedono in Paesi afflitti da iperinflazione.
Bitcoin è concettualmente difficile da comprendere proprio perché richiede un approccio interdisciplinare che abbraccia diversi ambiti apparentemente non correlati (matematica, termodinamica, crittografia, sociologia e storia della moneta). È ‘contante’ digitale, scarso, totalmente decentralizzato, ‘peer to peer’, che permette una disintermediazione totale delle autorità, che nulla possono in termini di controllo. Si dovrebbe spegnere internet per poterlo fermare. La Cina, ha già dimostrato come provare a vietare il Bitcoin sia una strada non percorribile e come la strategia ottimale, sia quella di accettarlo, abbracciarlo e tentare, per quanto possibile, di regolamentarlo. El Salvador invece l’ha addirittura elevato a moneta a corso legale (‘legal tender’).
Bitcoin incorpora allo stesso tempo le tre caratteristiche fondamentali della moneta: mezzo di pagamento, unità di conto e riserva di valore. È insieme all’oro fisico, l’unica risposta possibile al continuo svilimento valutario perpetrato dalle Banche Centrali; un’invenzione ‘impossibile’, straordinaria, capace di coniugare il concetto di trasferimento di valore in ambito digitale con quello di scarsità e in grado di cambiare per sempre la storia della moneta e della stessa umanità. In altre parole, il più importante e riuscito esperimento sociale della storia.
Illusione utopica o vera rivoluzione? Si vedrà. Arrivati a questo punto è però evidente una cosa: qualcuno si sta sbagliando. Chi? Ai posteri l’ardua sentenza.