Aumentare, ma assicurare, la capacità di produzione dei semiconduttori più potenti è l’obiettivo di Sam Altman, Ceo di OpenAi e ideatore di ChatGpt. Il suo piano? Garantire una produzione sufficiente di semiconduttori di ultima generazione, indispensabili per lo sviluppo dell’Ia generativa. Una sfida vertiginosa, stimata in 7mila miliardi di dollari dallo stesso Ceo di OpenAi.
L’industria dei semiconduttori è al centro di tutte le grandi innovazioni tecnologiche. Senza i chip la digitalizzazione non è possibile. iPhone, Facebook, Tesla, ma anche la Difesa moderna… non esisterebbero senza i microchip. Sono semplicemente essenziali, poiché forniscono sia potenza di calcolo che capacità di memorizzazione. A ogni ciclo dell’innovazione, emerge un ecosistema dominante. La rivoluzione del Pc negli anni Ottanta è stata dominata da Intel, quella dello smartphone da Qualcomm su architettura Arm, il tutto prodotto a Taiwan da Tsmc su macchine Asml.
La rivoluzione tecnologica in corso, quella dell’Ia, sarà ancora più immersiva delle precedenti. L’Ia si basa su una nuova architettura, il processore Gpu, inizialmente utilizzato nelle schede grafiche e per il gaming, ma adottato ora su larga scala anche in nuove applicazioni, per esempio per la guida autonoma o il machine learning. Il successo dell’Ia generativa deve molto alle capacità di calcolo intensive delle reti neurali artificiali, che sono elaborate più efficacemente dall’architettura Gpu rispetto alle Cpu di Intel.
La Cina cerca da tempo, con qualche successo, di far nascere un’industria dei semiconduttori, ma si scontra con le restrizioni poste in essere dagli americani per l’accesso alle macchine Asml più sofisticate. Infine, se dovesse prendersi Taiwan, la Cina si assicurerebbe il controllo di Tsmc… ma perderebbe probabilmente l’accesso ad Asml
L’ecosistema dominante di questa nuova rivoluzione è già stato individuato. Dettaglio non da poco: è transnazionale. Negli Stati Uniti, Nvidia progetta le Gpu. A Taiwan, Tsmc è l’unica fonderia al mondo a possedere fab specializzate per la produzione di semiconduttori sempre più miniaturizzati. Infine, Asml, con base in Europa, è l’unica società di attrezzature per l’industria dei semiconduttori capace di sviluppare le macchine per litografia, tappa essenziale del processo produttivo.
I vantaggi competitivi di questi tre attori sono talmente elevati da permettere loro di restare dominanti per l’intero ciclo d’innovazione. Da questo punto di vista, meritano sicuramente l’appellativo di Marvelous Three! Asml, che detiene il monopolio nella litografia, vende le sue macchine più potenti a 250 milioni di dollari l’una, Tsmc richiede un investimento di oltre 10 miliardi di dollari per aprire una nuova fab, mentre Nvidia sviluppa Gpu da oltre 30 anni. È dunque probabile che la crescita degli utili di queste tre società sarà sostenuta e longeva.
L’eventuale rischio per questo ecosistema non è di natura tecnologica. I risvolti sono eminentemente geostrategici, come fu a suo tempo per il petrolio. Comincia a insinuarsi una convinzione: le nazioni che domineranno la potenza di calcolo avranno un vantaggio significativo. I riflessi protezionistici dei Governi metteranno conseguentemente il freno a una cooperazione tecnologica internazionale che potrebbe svolgersi a vantaggio di tutti? L’Inflation Reduction Act americano prevede 52 miliardi di dollari per la rilocalizzazione delle fab. L’Europa lancia il suo Chips Act e mobilita altri 43 miliardi per l’insediamento di nuove fab.
La Cina cerca da tempo, con qualche successo, di far nascere un’industria dei semiconduttori, ma si scontra con le restrizioni poste in essere dagli americani per l’accesso alle macchine Asml più sofisticate. Infine, se dovesse prendersi Taiwan, la Cina si assicurerebbe il controllo di Tsmc… ma perderebbe probabilmente l’accesso a Asml. Il concetto di ‘globalizzazione felice’ è un lontano ricordo. Il rischio principale per questa industria e per i Marvelous Three è geostrategico!
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