L’investimento in titoli di qualità è considerato uno stile d’investimento in grado di guidare le bussole degli investitori, anche nei contesti macroeconomici più difficili. I bilanci aziendali solidi, i Roe elevati e gli utili stabili decorrelati dal ciclo economico sono la stella polare verso cui puntare, in aggiunta a valutazioni interessanti. Ma anche la produttività finanziaria può giocare il suo ruolo. Nel tempo, secondo le evidenze, le società con i livelli più elevati di produttività finanziaria dovrebbero sovraperformare l’indice globale.
Ottimo track record. Questa affermazione si fonda su oltre 20 anni di analisi. Dieci anni fa, la ricerca ha rivelato che il livello e la direzione della produttività finanziaria delle imprese erano tra i fattori chiave nell’andamento della loro quotazione azionaria. Dopo aver testato nuovamente questa ipotesi valutando l’andamento dei mercati azionari globali nell’ultimo decennio, la conclusione rimane la stessa: acquistare imprese con elevati livelli di produttività finanziaria che presentano valutazioni interessanti resta promettente per gli investitori tanto quanto lo era 10 anni fa.
Rendimenti migliori. Il risultato degli studi è chiaro: le imprese nel primo decile della produttività finanziaria in ciascun anno avrebbero registrato una sovraperformance annualizzata di 110 punti base rispetto all’indice di riferimento. Le società nell’ultimo decile, invece, avrebbero sottoperformato l’Msci All Country World Index (Acwi) di 210 punti base l’anno.
I compounder possono generare un alfa significativo. Più in dettaglio, è opportuno distinguere tra le imprese con un’elevata produttività finanziaria e quelle con una produttività finanziaria persistentemente elevata. La ricerca evidenzia che la capacità di individuare correttamente le imprese con elevati livelli di questa che persistono in futuro, società con vantaggi competitivi duraturi che possono essere definite ‘compounder’, hanno le potenzialità per generare un alfa significativo.
Rendimento annuale per decile di valutazione

Evitare il rischio di essere sedotti. La disciplina in materia di valutazioni rimane importante. L’analisi ha isolato imprese nei primi tre decili dell’indice di produttività e ha segmentato questo elenco di azioni in decili di valutazione, per poi calcolare i rendimenti annuali in termini di quotazioni azionarie per ciascun decile.
Com’era prevedibile, le società più costose (decile 1) hanno prodotto rendimenti inferiori a quasi tutti gli altri decili. Ciò conferma la diffusa convinzione secondo cui è meglio evitare le azioni con le valutazioni più elevate. Tuttavia, la peggiore performance in assoluto è provenuta dal gruppo di imprese con le valutazioni più basse.
Ciò dimostra che gli investitori dovrebbero evitare di acquistare le società di alta qualità più costose, in quanto è possibile pagare eccessivamente anche per una società con fondamentali solidi e un investitore può essere penalizzato qualora lo faccia, ma che, al contempo, dovrebbero essere consapevoli dei pericoli di essere sedotti da valutazioni molto contenute, in quanto spesso le azioni sono a buon mercato per un valido motivo.
Unire produttività finanziaria e valutazioni. La regolarità della sovraperformance dei decili più elevati di produttività finanziaria rende particolarmente interessante l’approccio d’investimento basato sulla qualità. Le imprese che forniscono in modo persistente elevati livelli di produttività finanziaria offrono una sovraperformance potenziale aggiuntiva.
Tuttavia, tale sovraperformance può essere erosa qualora le valutazioni non siano adeguatamente ponderate.
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