Grazie alla capacità di analizzare e sintetizzare grandi quantità di dati, estrarre informazioni accurate e pertinenti a supporto degli obiettivi aziendali, aumentare la personalizzazione dell’esperienza dei clienti e migliorare la produttività complessiva, ad esempio automatizzando la generazione di contenuti (dalle e-mail personalizzate al codice software), l’Intelligenza artificiale generativa (GenAi), se non la panacea a tutti i mali, si qualifica a pieno titolo come una soluzione versatile e altamente efficace per affrontare le sfide aziendali critiche. A differenza dei sistemi di Ai precedenti può essere utilizzata in modo intuitivo, ottenendo risultati rispondenti alle singole esigenze. Dunque maggior diversificazione e dinamismo con un notevole risparmio di tempo e risorse, pur mantenendo, se non incrementando, gli standard di qualità.
Se fra i settori destinati a trarne maggior vantaggio vi sono l’ingegneria informatica, l’industria farmaceutica e il settore finanziario, nei quali vengono raccolte, analizzate ed elaborate grandi quantità di dati, ecco che la Svizzera, in cui sono particolarmente ben rappresentati, risulta il paese meglio posizionato per approfittarne, come emerge dallo studio Embracing the GenAi Opportunity di Strategy&, la società di consulenza strategica globale di PwC, che ha analizzato il potenziale di creazione di valore della nuova tecnologia in venti principali settori industriali. Insieme a Belgio, Svezia, Stati Uniti e Regno Unito, la Svizzera appartiene al gruppo degli “immediati beneficiari”, in cui fa corsa in testa, seguiti dal gruppo degli “aspiranti”, fra cui Germania, Francia e Paesi Bassi, che dovranno lavorare molto di più su fattori di localizzazione come le infrastrutture digitali. In coda, gli “inseguitori”, fra cui Italia, Spagna, Austria e Norvegia, dove barriere strutturali ostacolano l’accesso al potenziale della GenAi.
Secondo le stime di Strategy& già la semplice introduzione della nuova tecnologia dovrebbe far registrare in Svizzera sin dai prossimi anni una crescita dello 0,5-0,8% annuo. Chiaramente, la misura in cui le singole economie potranno trarre effettivamente vantaggio dall’Ai generativa dipende in larga misura dalle condizioni quadro del rispettivo Paese, dalla velocità di adozione della tecnologia e dal mix industriale.
Nel best-case scenario (che prevede un pieno sfruttamento delle potenzialità dell’Ai, agevolato dall’adozione di una chiara strategia GenAi nazionale, tanto a livello politico che di imprese) potrebbe tradursi in un incremento del Pil fino a 50 miliardi di franchi entro il 2030. In particolare, i settori più interessati (Tecnologia e software, Intrattenimento e media, Farmaceutica e scienze della vita, Servizi finanziari e professionali, Telecom) beneficerebbero di aumenti di produttività compresi tra l’8 e il 15%. Anche in ambiti meno predisposti come il commercio al dettaglio, il turismo e la sanità, la GenAi potrebbe dare una spinta, ad esempio nelle vendite o attraverso una forte personalizzazione del contatto con i clienti, aumentando la produttività del 4-6%. Agricoltura, edilizia e chimica, settori caratterizzati invece da produzione industriale, lavoro fisico ed elevato fabbisogno di materiali ed energia, avrebbero meno occasioni di beneficiarne, nell’ordine del 2,5 al 5%.
Il mix settoriale elvetico si dimostra perfettamente idoneo, con le industrie ad alto impatto che già contribuiscono al Pil in misura superiore alla media, con una quota del 27% del valore aggiunto. Se dunque le aziende si concentreranno sugli investimenti per l’utilizzo di questa tecnologia, la Svizzera potrà accelerare nuovamente e in modo significativo la sua crescita e dare impulso sia all’economia che alla forza innovativa, a partire dalla possibilità di risolvere sfide come la carenza di manodopera qualificata.
Per sfruttarne appieno il potenziale, preservando ed espandendo la sua posizione di centro di innovazione leader a livello mondiale, la Svizzera dovrà in particolare concentrarsi su tre aspetti cruciali. In primo luogo, riuscire a mantenere e attrarre i protagonisti del settore grazie a condizioni quadro di prima categoria, come l’accesso ai talenti, la qualità delle infrastrutture digitali, un ambiente di investimento attraente e altri incentivi. In secondo luogo, le aziende locali con un grande potenziale nel campo dell’Ia generativa dovranno implementare la tecnologia il più rapidamente possibile. Infine, chi oggi è in ritardo, è chiamato a comprenderne il potenziale impatto sulla propria attività e a preparare la propria organizzazione e dipendenti per poterne beneficiare. Un progresso che non andrà unicamente a vantaggio dell’attività dei singoli player, ma della forza del paese, dunque dell’intera società e della politica, sollecitati ad appoggiare le trasformazioni necessarie. In questa direzione sarà fondamentale poter disporre di una strategia nazionale. L’esempio dell’Ai Act europeo potrebbe offrire un’ottima base di partenza per promuovere il dialogo con il mondo economico e la cittadinanza, arrivando a definire il miglior quadro di riferimento e regolamentazione. Sempre ricordando che, per quanto promettente l’Intelligenza artificiale generativa possa essere, non è l’unica tecnologia con il potenziale di guidare la futura crescita economica. Pertanto da parte delle aziende e dei responsabili politici, una strategia di investimento che si concentri su più tecnologie resta fondamentale per garantire un successo solido e duraturo.
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