TM   Dicembre 2024

Farsa? Ennesimo atto

Conclusasi la Cop29 è tempo di fare bilanci, su cifre che gli stessi partecipanti si guardano ben bene dal chiarire. Sarà forse tempo di chinarsi seriamente sulla materia? L’Opinione di Ettore Accenti, esperto di tecnologia. 

Ettore Accenti

di Ettore Accenti

Esperto di tecnologia

Facendo seguito al mio articolo pubblicato in TM Aprile 2024, La grande farsa dell’energia, ecco un’ennesima conferma sconcertante in occasione della 29esima riunione plenaria Cop29, tenutasi a Baku, in Azerbaigian. Sia chiaro fin da subito: non si critica la buona volontà di chi, in ogni angolo del pianeta, si sforza di migliorare le sorti del mondo. Tuttavia, è altrettanto evidente come queste nobili intenzioni vengano puntualmente vanificate da scelte politiche irrealizzabili.

È stupefacente come, dopo decenni di discussioni, non ci si sia ancora resi conto che il vero problema dell’inquinamento atmosferico è la diretta conseguenza dell’ingordigia umana. I consumi della popolazione sono proporzionali al Pil, ma esiste forse un solo Governo al mondo che potrebbe sopravvivere anche solo una legislatura pianificandone la riduzione?

La verità è sotto gli occhi di tutti: il legame tra crescita economica e inquinamento è inscindibile. Non sorprende, quindi, che l’unico periodo negli ultimi 60 anni in cui le emissioni di Co2 di origine antropica non sono aumentate sia stato durante le crisi economiche più profonde.

È quasi comico leggere la mole di documenti prodotti in tutte le diverse edizioni Cop. Ogni vertice sembra produrre un crescendo di buoni propositi che si dissolvono puntualmente, come sarà il caso della recente Cop29. Da dove si prenderanno i promessi 300 miliardi di dollaro all’anno per supportare entro il 2035 i Paesi in via di sviluppo nella lotta al cambiamento climatico? Chissà, nessuno lo dice.

Le crisi sono la soluzione?

Evoluzione delle emissioni di Co2 in atmosfera (in Gt )

Evoluzione delle emissioni di Co2 in atmosfera (in Gt )
Fonte: Global Carbon Project. l’evoluzione delle emissioni in atmosfera nel corso degli anni.

In un mio articolo precedente, Un bagno di realtà fra dati (TM Ottobre 2024), ho pubblicato una singola tabella comparativa che mostra chiaramente l’andamento delle emissioni di Co2 e altri dati su energia e consumi in tre periodi chiave: 2013, 2019 e 2023. Ci si domanda: tutti quegli esperti che si riuniscono alle Cop, conoscono davvero questi dati? E così, mentre i numeri sono ignorati, il mondo continua a rimandare le soluzioni.

Mi torna in mente un mio vecchio articolo giovanile, in cui ipotizzavo l’esistenza di un popolo senziente su Marte dotato di potenti telescopi. Che giudizio darebbero dell’umanità? Probabilmente opterebbero per rinchiuderla in un manicomio planetario, e allora mi riferivo alle guerre. Oggi, il giudizio non sarebbe meno severo, considerando quanto egregiamente viene gestito il pianeta.

Non spetta a me, amante della tecnologia, proporre soluzioni a un problema così complesso. Tuttavia, posso suggerire un punto di partenza: accettare la voracità umana come un dato di fatto. L’incapacità di ridurre le emissioni, le plastiche nei mari e altre venti conseguenze dell’attuale modello economico e di vita pone di fronte a un bivio. È necessario smettere di aspettare che un ‘super Covid’ naturale risolva il problema per noi.

Gli antenati, vestiti di pelli e a piedi nudi, hanno attraversato continenti durante glaciazioni. A distanza di qualche anno, invece, con tutte le acquisite conoscenze, non è più nemmeno possibile a pianificare un adattamento responsabile alle conseguenze delle nostre azioni.

Investire per mitigare gli effetti del cambiamento climatico non è solo un’opzione: è una necessità. Ma sperare che l’umanità, in preda alla sua insaziabile fame, decida di consumare di meno è pura utopia. Se si vuole dunque sopravvivere, è necessario agire nella piena consapevolezza che non possiamo cambiare la nostra natura, ma solo imparare a convivere con le sue molte conseguenze.

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