Mentre le Banche Centrali lavorano sull’inflazione, e sia gli Stati Uniti sia l’Europa affrontano la prospettiva imminente di elezioni importanti, l’outlook per i mercati del credito è sorprendentemente positivo, soprattutto in Europa. La lotta all’inflazione ha fatto progressi, e anche se il mercato del lavoro europeo sembra ancora surriscaldato, con un basso tasso di disoccupazione e salari in aumento, le aspettative sui tassi di interesse sono abbastanza accomodanti.
Tuttavia, l’anno scorso le previsioni sul percorso di ribasso dei tassi sembravano eccessive e non giustificate. Prima di Natale, alcuni analisti stimavano 150 bp di tagli soltanto nel 2024, insolito se non in caso di una recessione piuttosto profonda, che non si è verificata. Per fortuna, alla luce degli ultimi dati macro, i mercati stanno ridimensionando le loro aspettative, stimando ora un più ragionevole taglio dell’1% nel corso del 2024.
Dinanzi a queste prospettive, le aziende si sono mosse in modo intelligente: hanno ripagato il debito ed evitato di emettere nuove obbligazioni a lunga scadenza, scegliendo di aspettare la possibilità di tassi più bassi per ridurre i costi della leva.
È interessante notare, inoltre, che non si è visto un aumento dei livelli di default. Livelli ragionevoli di crescita nominale, consentono alle società di reperire liquidità sufficiente per pagare la cedola. Se questo non bastasse, le aziende possono anche guardare al di fuori del settore bancario per ottenere liquidità, rivolgendosi ad esempio al credito privato.
Nonostante segnali di miglioramento, rimane una certa debolezza in tutto il settore dei servizi europeo. A livello regionale, bisogna inoltre evidenziare una crescente divergenza tra i dati Pmi in Europa settentrionale, che si stanno indebolendo, e nei Paesi meridionali, dove invece c’è un evidente rafforzamento.
Anche se i mercati obbligazionari europei sembrano essere piuttosto stabili, l’incertezza non è mai lontana. Quest’anno si terranno elezioni in Europa e Stati Uniti, da qui il rischio di volatilità. Tuttavia, i mercati del credito hanno già dimostrato di essere abbastanza resilienti da resistere alla maggior parte delle sorprese. Sebbene gli investitori globali non apprezzino l’incertezza elettorale, i mercati del rischio, credito e azioni, hanno storicamente registrato buone performance proprio negli anni delle elezioni, continuando a generare rendimenti positivi.
Dal punto di vista del credito, l’andamento del segmento Ig europeo è rimasto positivo, tanto da dimostrarsi al momento a sconto rispetto all’americano. Sul mercato si respira un buono slancio, e gli spread del credito continueranno a chiudersi, grazie in parte al miglioramento del contesto economico, e in parte alle prospettive di discesa dei tassi.
In termini di opportunità concrete nel credito Ig, da un punto di vista settoriale si vede valore nei titoli finanziari europei, ma anche nell’ambito delle Utility, un settore che ha visto di recente emissioni sostanziali e che può offrire protezione. Con i cambiamenti geopolitici in atto, la spesa europea in Difesa dovrebbe crescere, ed essere finanziata proprio a debito, da qui è probabile l’emissione netta di titoli di Stato europei rimanga elevata.
È però possibile trovare opportunità anche in settori e regioni sotto stress, come l’immobiliare, d’ufficio in Europa e Asia. Al pari del mondo della logistica. Ognuno ha dinamiche diverse, eppure tutto il comparto, oggi, è guardato con diffidenza dagli investitori. E questo genera opportunità di investire in credito di alta qualità a valutazioni attraenti, ovviamente con un approccio attivo.
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