TM   Settembre 2024

Essere o non essere?

Nel panorama odierno, ‘digitalizzarsi’ è diventato un imperativo per ogni azienda. Tuttavia, dietro l’apparente ubiquità della presenza digitale si cela un paradosso: molte aziende, pur essendo online, non sono realmente presenti. Un modello in tre fasi della consapevolezza digitale – passiva, attiva e proattiva – può aiutare le aziende a valutare il loro posizionamento in relazione al valore del brand e alle interazioni con i clienti, identificando le azioni necessarie per crescere. L’analisi di Florian Anderhub, Ceo e fondatore di AnderGroup.

Florian Anderhub

di Florian Anderhub

Fondatore e Chief Vision Officer di Ander Group

Scala labirinto

Nel panorama odierno, ‘digitalizzarsi’ è diventato un imperativo per ogni azienda. Tuttavia, dietro l’apparente ubiquità della presenza digitale si cela un paradosso: molte aziende, pur essendo online, non sono realmente presenti. Un modello in tre fasi della consapevolezza digitale – passiva, attiva e proattiva – può aiutare le aziende a valutare il loro posizionamento in relazione al valore del brand e alle interazioni con i clienti, identificando le azioni necessarie per crescere.

L’illusione della presenza digitale. Molte aziende si trovano in quella che può essere definita fase passiva, caratterizzata da una presenza digitale che esiste indipendentemente dalla loro volontà. In questo scenario, le aziende si ritrovano online senza averlo pianificato o gestito: pagine aziendali autogenerate su LinkedIn ma non reclamate, profili su directory di terze parti e menzioni non controllate.

Questa presenza involontaria può creare l’illusione di essere digitalmente attivi, quando in realtà manca qualsiasi forma di controllo o strategia. Un’azienda che rimane in questa fase passiva rischia non solo di scomparire nel mare magnum del web, ma anche di compromettere la propria reputazione a causa di contenuti non aggiornati o di una mancata risposta alle interazioni dei clienti.

Esplorare senza direzione. Nella fase attiva, le aziende iniziano a interagire con il mondo digitale, ma lo fanno spesso senza una strategia ben definita. Questo è il momento in cui le aziende investono in strumenti digitali, si affacciano sui social media, lanciano campagne pubblicitarie online, acquistano licenze per tool ma senza una coerenza o una visione a lungo termine.

L’entusiasmo per le nuove tecnologie porta spesso a una proliferazione di iniziative slegate tra loro, che non contribuiscono a costruire un’immagine digitale forte e coerente. Essere attivi, infatti, non è sinonimo di essere efficaci. Molte aziende si trovano intrappolate in un vortice di sperimentazioni che non porta a un vero progresso strategico. Questo ‘caos controllato’ rischia di tradursi in spreco di risorse e in una mancata crescita effettiva.

La leadership digitale come necessità strategica. L’ultima fase è quella della proattività, in cui le aziende non solo abbracciano il digitale, ma lo padroneggiano. A questo step, le aziende adottano una strategia digitale di medio-lungo termine ben definita.

Essere proattivi significa avere pieno controllo su ogni aspetto della propria presenza online: ogni azione, ogni piattaforma, ogni interazione è parte di un quadro complesso e coerente che l’azienda ha costruito. Nulla è lasciato al caso, tutto è stato scelto e posizionato con precisione per supportare gli obiettivi aziendali. In un contesto competitivo come quello attuale, solo le aziende che raggiungono questa fase possono restare competitive all’interno del mercato.

Oggi, data la complessità e il crescente tecnicismo del mondo digitale, il supporto di agenzie specializzate è cruciale per raggiungere e mantenere una presenza online efficace e coerente. Senza questo supporto, le aziende rischiano di rimanere bloccate in un limbo digitale. La vera sfida non è essere semplicemente presenti online, ma utilizzare questa presenza come una leva strategica per il successo a lungo termine. La proattività, quindi, non è più un’opzione, ma una necessità strategica imprescindibile.

Un appello all’azione. È tempo di riflettere criticamente sulla propria posizione online. Dove si trova la vostra azienda? Si trova ancora in una fase passiva, dove la presenza digitale è un semplice riflesso dell’esistenza offline? Oppure è attiva ma senza una direzione chiara, o ha già intrapreso il percorso verso la proattività? Qualunque sia la risposta, l’invito è chiaro: evolversi è non solo possibile, ma necessario.

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