
Trovare la ‘sintesi’ è forse la più complessa delle sfide che un sistema politico democratico debba affrontare. Si tratta infatti di individuare un compromesso accettabile, che possa accontentare la maggioranza dei partecipanti, senza dimenticare i non, al tempo stesso non mancando di incisività o determinazione, a dipendenza dell’oggetto del confronto. Nella maggior parte dei casi la sintesi non viene trovata (non c’era interesse a farlo), e il più naturale dei compromessi è ‘non fare’ così da non scontentare, mantenendo lo status quo ante, e rimandando il problema. Almeno rispetto a tutte quelle tematiche politicamente più sensibili, e democraticamente controverse. Viceversa, pur al netto di fortunate eccezioni, nel caso di decisioni non necessarie, laddove non anche controproducenti, si è smesso da tempo di contare i plebisciti.
Ecco dunque che nel caso di un tema dirompente come può esserlo la Difesa i giochi sono presto fatti. Ogniqualvolta sia ipotizzabile tagliarne i fondi a beneficio di tematiche popolarmente più attrattive, nessun problema, sintesi assicurata. È in caso contrario che iniziano i problemi, anche laddove le circostanze lo imporrebbero, almeno razionalmente.
Dunque, un apparente paradosso. Il momento in cui il Vecchio Continente sia stato più prospero, nonché sicuro, potrebbero non essere gli anni a cavallo del nuovo millennio, ma quelli a cavallo del I secolo, nel periodo d’oro dell’Impero Romano, con Traiano imperatore. Dunque gli anni della Pax Romana. Al netto di scorribande e bagatelle di confine, in Europa e più in generale nel bacino del Mediterraneo, era presente un’unica entità politica complessa, chiamata a difendere i propri confini, grazie a un dispositivo militare unico, professionale ed efficiente: 400mila uomini schierati dalla Scozia all’Egitto, lungo le sole frontiere note, quelle esterne. A un costo tutto sommato modesto, almeno per l’epoca, circa il 3% del Pil, in linea con le attuali spese della Difesa statunitense.
Differenza fondamentale con l’Europa di oggi? Univocità nella catena di comando, pur al netto di frequenti rivolte, che più d’un imperatore eleggeranno, priorità e decisioni tempestive (almeno per l’epoca) erano sempre garantite.