TM   Marzo 2024

Un gusto dalle radici antiche

La vocazione vinicola del Chianti, sulla scia degli insegnamenti dei monaci, si manifesta nel Medioevo: famiglie come i Ricasoli e gli Antinori inauguravano nel XII secolo la loro produzione vinicola e, tra battaglie e architettura, animavano la vita della regione. Tradizioni e luoghi più vivi che mai… Il Castello di Spaltenna, resort di lusso all’insegna di una semplice eleganza, con il ristorante stellato Il Pievano dello chef Stelios Stakalis.

di Simona Manzione

Responsabile editoriale Ticino Management Donna

Castello di Spaltenna, piscina
Castello di Spaltenna, piscina.

Tracce di viti fossili rinvenute da queste parti risalgono, secondo i geologi, a un’era addirittura precedente la comparsa dell’uomo sulla Terra. Nell’antichità la pianta esisteva già e probabilmente era già coltivata dai primi agricoltori. Nel Chianti, insomma, le viti sono da sempre una presenza costante, nell’avvicendarsi di civilità, le quali hanno lasciato, tutte, segni del loro passaggio.

La denominazione ‘Chianti’ contrassegna questo territorio almeno dal Medioevo. Stando alle prime attestazioni documentarie a oggi rinvenute, il toponimo definiva l’ampio bacino del torrente Massellone. E in questi luoghi, tra le altre celebri dinastie, la nobile famiglia Ricasoli diede vita a memorabili vicende: dopo secoli impegnati nella difesa delle terre e delle signorie feudali, furono i Ricasoli a dedicarsi, per primi, allo sviluppo dell’agricoltura e dei vigneti, intuendo il grande potenziale del territorio; ed è grazie al Barone Bettino Ricasoli, politico e lungimirante imprenditore vitivinicolo, che nel 1872 nasce la formula del Chianti, l’attuale Chianti Classico.

Delle proprietà dei Ricasoli, fece a lungo parte anche il Castello di Spaltenna, antico borgo medievale, costituito da una Pieve con torre campanaria dell’anno 1000 e dal contiguo monastero fortificato del XII secolo. La famiglia Ricasoli ebbe fin dall’origine il patronato su questa ricca pieve. Il Castello di Spaltenna è oggi un resort di charme a cinque stelle, dove ogni dettaglio ha il sapore della storia.

Castello Spaltenna, facciata
Facciata della struttura, nata come monastero medievale fortificato.

Una storia antica, quella della Pieve di Spaltenna, animata anche da alcune leggende, la più celebre delle quali legata al Crocifisso della sua chiesa.

Il complesso di Spaltenna, circondato da vigneti e boschi, si affaccia su una splendida vallata, al centro di una regione ricca di castelli e rocche, antichi villaggi e abbazie. «Spaltenna è nato come monastero, dove nei secoli si sono alternati vari ordini religiosi; tuttavia è stato da sempre chiamato ‘castello’ perché posto in alto e corredato di due torri», racconta Alessandro Ercolani, direttore generale del Castello di Spaltenna, che prosegue: «Negli anni Settanta il complesso è stato trasformato in un resort nel segno di un lusso che qui è sinonimo di semplicità. 

Quaranta le camere, suddivise in sette diverse tipologie. Soffitti con travi a vista, pavimenti in cotto e dettagli in stile rustico connotano ogni stanza con un’inconfondibile accoglienza. Letti a baldacchino o in ferro battuto, scrittoi e bauli in legno dell’Ottocento, tendaggi e cassettoni ne popolano le stanze, diverse tra loro ma tutte rigorosamente in stile rustico locale». In un contesto che riassume storia e tradizione, cultura e fascino: «L’enogastronomia deve tenere il passo. Il ristorante Il Pievano, una stella Michelin, esprime un concetto decisamente particolare di eccellenza enogastronomica: «Merito dello chef Stelios Sakalis. Greco di nascita, toscano d’adozione, chef Sakalis ha saputo mantenere la stella che, nel 2016, era arrivata con lo chef Vincenzo Guarino», aggiunge Ercolani.

Approdato in Toscana con un’esperienza internazionale di alto livello, maturata anche come allievo di Gordon Ramsay, chef Sakalis incanta i suoi ospiti con pietanze ed esperienze emozionanti. Improntati a una poetica che strizza l’occhio all’ironia, i suoi menu degustazione: Mrs Jekyll, Dr Jekyll, e Mr Hyde, blind menu, speak easy, sono vere e proprie avventure plurisensoriali. L’utilizzo accorto delle tecniche di preparazione e cottura più innovative non snatura l’essenza della proposta di cucina. Sempre più “funky, rock e con tanta tecnica”, secondo la definizione dello stesso chef Stelios, che nelle sue creazioni mette molti riferimenti alla sua vita, alla sua infanzia in particolare. Quasi tutti i piatti hanno un ingrediente greco o qualcosa che ricorda la Grecia, mixati con espressioni tipiche della tradizione toscana. «Alla ricerca di una materia prima locale di qualità, sono per un ‘km vero’ che valorizza, a tavola, i prodotti del posto, provenienti da piccole realtà che fanno della qualità e della genuinità il loro tratto distintivo», nota Stelios Sakalis.

Castello Spaltenna, ristorante
Ristorante Il Pievano, una stella Michelin.
Piatto Chef Sakalis
Le creazioni di Sakalis fondono tecnica, originalità e ironia, con citazioni a luoghi, culture e ricordi. Una sperimentazione che fa della sorpresa il suo registro.

La proposta gastronomica si completa con quella della Cantina del ristorante, dalle 750 etichette, Chianti Classico e Riserva prodotto dalle vigne del Castello. Mentre l’alternativa al fine dining è offerta da un’osteria che propone cucina tradizionale. A Spaltenna, fascino storico e sguardo al futuro si incontrano in un presente sostenibile.  Soggiornando in questi luoghi, si indulge all’enogastronomia e all’accoglienza più calda e accurata, dedicandosi una rigenerazione a tutto tondo, tra palestra, trattamenti e nuotate nella piscina semi-olimpionica Infinity, realizzata a sfioro sui vigneti che circondano la proprietà. 

In un’oasi di tranquillità, circondati dal silenzio del parco, da viti, ulivi e cipressi, si vive il Chianti, per una volta non solo con il gusto, ma in tutti e con tutti i sensi.

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