TM   Marzo 2025

Berlino senza filtri

Un viaggio attraverso l’anima artistica della capitale tedesca, tra innovazione, resilienza e nuove espressioni di creatività che continuano a ridefinire il panorama culturale. Su invito della più antica Maison de champagne, Ruinart, alla scoperta della Dittrich & Schlechtriem Gallery che ospita l’artista franco-svizzero Julian Charrière, e dell’esclusiva Collezione privata Boros.

di Maria Antonietta Potsios

Corrispondente Svizzera Romanda

l'isola dei Musei a Berlino
L’Isola dei Musei a Berlino. © Museum Island Berlin.

Da sempre un crocevia di visioni, un mosaico di influenze dove l’arte si reinventa senza sosta. Berlino. Palcoscenico vibrante in cui la creatività fiorisce libera, svincolata dalle convenzioni e dalle pressioni commerciali che spesso gravano su altre capitali come Parigi o Londra.  Dall’imponente Isola dei musei ai rifugi segreti dell’arte underground, dalle gallerie d’avanguardia ai laboratori di sperimentazione artistica, Berlino si offre come un universo caleidoscopico, un santuario dell’espressione senza confini.

Eppure, nonostante la sua aura indiscussa, il tessuto artistico della città si trova ad affrontare nuove sfide. Nel dicembre 2024, il governo di Berlino ha approvato un taglio di 130 milioni di euro al budget culturale, riducendo i finanziamenti alle arti del 12%. Questo taglio rappresenta un netto contrasto rispetto all’approccio adottato dalla Germania in passato (come nel 2021, quando furono stanziati 2,1 miliardi di euro per il finanziamento culturale federale) e ha pertanto scatenato proteste e preoccupazioni sul futuro dello status di Berlino come capitale artistica.

La (prima) pubblicità di Ruinart, realizzata dall’artista Alphonse Mucha, nel 1896, rappresenta il primo approccio della Maison con il mondo dell’arte.
La (prima) pubblicità di Ruinart, realizzata dall’artista Alphonse Mucha, nel 1896, rappresenta il primo approccio della Maison con il mondo dell’arte.

I sostenitori della manovra affermano che la città dispone ancora di un bilancio record di 40 miliardi di euro. Tuttavia, le istituzioni artistiche si trovano ora a dover affrontare tagli fino al 50% in alcuni casi. Molti contratti non verranno rinnovati, mentre programmi educativi e di inclusione rischiano di essere eliminati, lasciando musei e artisti a fronteggiare ripercussioni a lungo termine. Alcuni suggeriscono di adottare un modello filantropico simile a quello statunitense, ma la legislazione tedesca non lo consente. Nonostante queste difficoltà, la città conserva il suo spirito creativo e resiliente, continuando ad essere un rifugio per l’innovazione, l’audacia e l’esplorazione artistica.

Ci siamo tuffati nell’effervescente scena artistica di Berlino su invito di Ruinart, la più antica maison de champagne. L’arte è un elemento fondante della sua identità e, sin dal 1896, quando affidò ad Alphonse Mucha la creazione della sua prima opera d’arte, ha coltivato una tradizione di collaborazioni con artisti che ne condividono la visione di innovazione e raffinatezza. Nel tempo, la maison ha stretto legami con esponenti di spicco dell’arte contemporanea, offrendo loro l’opportunità di reinterpretare i suoi valori e la sua storia attraverso creazioni esclusive. Come parte di questo impegno, siamo stati invitati a scoprire alcuni degli spazi artistici più intriganti di Berlino, per avere uno sguardo ravvicinato sulle forze creative che stanno plasmando la città oggi. 

L’artista Julian Charrière
L’artista Julian Charrière – qui all’opera nel suo studio di Berlino – che collabora con Ruinart.

Un viaggio che non si è limitato all’osservazione dell’arte, ma ha favorito un dialogo tra storia, natura ed espressione contemporanea.

Prima tappa di questo iter esplorativo: la Dittrich & Schlechtriem Gallery, uno spazio dedicato alla promozione di artisti emergenti, sin dalla sua fondazione nel 2011. Il co-fondatore André Schlechtriem è noto per la sua capacità di scoprire e coltivare talenti d’avanguardia. È qui che Julian Charrière ha trovato una piattaforma per le sue idee artistiche radicali. La sua prima mostra presso la galleria ha lasciato un segno indelebile: ha ricoperto le pareti di muffa, un’affermazione anticonvenzionale ma potente che sottolineava il suo approccio sperimentale all’arte. Schlechtriem ha riconosciuto la capacità di Charrière di unire indagine scientifica e profondità concettuale, una visione che lo ha portato sulla scena internazionale.

André Schlechtriem, © Lukas Staedler.
André Schlechtriem, co-fondatore della Dittrich & Schlechtriem Gallery di Berlino. © Lukas Staedler.

Artista franco-svizzero basato a Berlino, Charrière esplora le intersezioni tra natura, tempo e impatto umano. Viaggia frequentemente verso alcune delle località più remote ed estreme del mondo – vulcani, campi di ghiaccio, siti radioattivi – catturandone le trasformazioni attraverso fotografie, sculture e installazioni immersive. Ex studente dell’Institute for Spatial Experiments di Olafur Eliasson, Charrière collabora con scienziati, ingegneri e filosofi, garantendo un approccio multidisciplinare alle sue indagini artistiche. Per Ruinart, Charrière ha creato una serie di opere ispirate al Mare Lutetiano, un antico bacino d’acqua preistorico che un tempo copriva gran parte dell’Europa. I suoi ritratti fotografici delle barriere coralline, elaborati con pigmenti di calcare, richiamano la storia geologica delle cave di gesso della regione della Champagne. Queste immagini pallide e spettrali offrono una riflessione potente sulla fragilità e sulla trasformazione degli ecosistemi nel tempo. La sua capacità di accostare la storia geologica alle preoccupazioni ambientali contemporanee rende il suo lavoro sia affascinante che stimolante.

Un'opera di Julian Charrière, © Julian Charrière
Un’opera di Julian Charrière. © Julian Charrière.
Un'opera di Julian Charrière, © Julian Charrière
Un’opera di Julian Charrière. © Julian Charrière.

Proseguendo questa esplorazione del dialogo tra storia e tempo, nel quartiere di Berlin-Mitte, si erge un austero bunker in Reinhardtstrasse, una struttura che sembra emergere dall’asfalto. Costruito nel 1942 come rifugio antiaereo per la popolazione civile, negli anni ’90 divenne un’iconica mecca per i rave techno. Oggi ospita la Collezione Boros, una raccolta privata di arte contemporanea che include opere di artisti internazionali dal 1990 a oggi, distribuite in ottanta sale su oltre 3mila metri quadrati di spazio espositivo. L’esclusiva collezione privata Boros mostra opere di media, scultura, installazione, pittura, disegno, video e fotografia. Il collezionista Christian Boros vive, con la sua famiglia, al piano superiore del bunker, mentre i piani inferiori ospitano l’arte, in totale 500 opere di artisti come Ai Weiwei, Olafur Eliasson, Alicja Kwade, Michael Sailstorfer, Thomas Scheibitz, Wolfgang Tillmans e Danh Vo. La nuova presentazione della collezione unisce lavori recentemente acquisiti e site-specific con opere degli anni Novanta e Duemila.

Berlino rimane una potenza artistica senza eguali, anche di fronte alle restrizioni di bilancio. Mentre la città continua a evolversi, il suo spirito artistico rimane saldo, un faro di libertà, innovazione e creatività trasformativa.

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