TM   Luglio/Agosto 2023

Consulenza artificiale?

Ci sarà ancora bisogno, in futuro, dell’avvocato? O ci si potrà affidare, per tutte le consulenze legali ma anche per l’attività forense, all’intelligenza artificiale?

Luca Trisconi Studio BNTA

di Luca Trisconi

Avvocato e notaio, partner studio legale Barchi Nicoli Trisconi Gianini, Lugano.

Negli ultimi anni abbiamo assistito a un veloce sviluppo dell’intelligenza artificiale in diversi settori economici. Sorge quindi spontanea la domanda a sapersi se questi sviluppi possano in qualche modo portare a medio o breve termine alla soppressione della figura dell’avvocato come la conosciamo oggi. Le persone potranno forse in futuro chiedere direttamente una consulenza legale all’ormai nota ChatGpt? Potranno magari domandarle di allestire un atto di causa? Si potrà pensare addirittura di affidare all’intelligenza artificiale il compito di giudicare una controversia fra le parti, sostituendosi ai tribunali?

Non esiste una chiara e univoca definizione di intelligenza artificiale. In genere, con questo termine si intende l’abilità di una macchina, attraverso particolari algoritmi e sulla base di banche dati, di mostrare capacità quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività che, a un osservatore comune, sembrerebbero essere di pertinenza esclusiva dell’intelligenza umana.

ChatGpt, da parte sua, è un modello di linguaggio informatico, lanciato nel novembre 2022, basato su tecniche di apprendimento automatico e ottimizzato – con supervisione umana – destinato come base per la creazione di altri modelli. Fin da subito ha attirato l’attenzione per le sue risposte dettagliate, simili per l’appunto a un ragionamento umano. Sono noti esempi di risposte articolate a domande complesse su diversi temi. Anche su questioni legali. Ma sarà mai in grado di sostituire in tutto e per tutto la figura dell’avvocato? Potremo un giorno lasciar lavorare le macchine al nostro posto e goderci il tempo libero?

In futuro l’intelligenza artificiale potrà aiutare i professionisti della consulenza giuridica ricercando testi, pareri e sentenze in breve tempo, senza spulciare una moltitudine di libri. Attraverso applicativi appositi, potrà anche redigere lettere o addirittura memoriali da presentare ai tribunali.

La Bbc ha recentemente pubblicato la notizia secondo cui un legale di New York è stato convenuto in causa da un suo cliente dopo aver utilizzato, per allestire una ricerca giuridica, lo strumento di ChatGpt. Si era purtroppo fidato ciecamente della macchina e della sua presentazione, senza verificare l’autenticità delle informazioni ricevute.
Il caso originale riguardava un uomo che aveva fatto causa a una compagnia aerea per un’asserita lesione personale. Il suo legale aveva presentato una memoria al tribunale che citava diverse sentenze passate, nel tentativo di dimostrare, sulla base di precedenti, le ragioni del cliente.
Ma diversi casi menzionati nel memoriale erano in realtà fasulli, con citazioni semplicemente inventate. ChatGpt aveva ricreato una situazione apparentemente vera utilizzando la grande massa di informazioni contenute nella sua banca dati. Un guazzabuglio di nozioni assemblate in modo sintatticamente corretto, come se fossero state scritte da un umano, con un senso logico, ma in realtà del tutto fantasiose.

A questo esempio negativo se ne contrappongono altri invece positivi. Per chi saprà utilizzarla in modo critico, l’intelligenza artificiale sarà uno strumento validissimo per velocizzare e automatizzare alcuni processi di lavoro. D’altronde, l’attività di consulenza giuridica, al di là dei rapporti personali con il cliente, è costituita principalmente dalla produzione di testi. E per quest’attività, grazie all’enorme progresso tecnologico, non c’è dubbio che l’intelligenza artificiale, con le sue banche dati e la sua capacità di adeguare il linguaggio al contesto in cui si trova a operare, potrà essere di valido aiuto a tutti i professionisti. Potrà ricercare testi, pareri e sentenze in breve tempo, senza la necessità di spulciare una moltitudine di libri. Attraverso applicativi appositi, potrà anche redigere lettere o addirittura memoriali da presentare ai tribunali.

Anche il Governo svizzero, con un proprio documento del 2020, ha pubblicato sette linee guida che evidenziano la centralità dell’intelligenza artificiale quale elemento rilevante della digitalizzazione nel settore pubblico, in economia e in ambito sociale. Il suo potenziale in termini di innovazione e crescita è notevole. Ma la centralità dell’essere umano deve essere garantita. L’uso delle macchine e dei sistemi informatici di nuova generazione deve essere consapevole e perseguire la dignità e il benessere dell’uomo. Non la sua discriminazione.

P.S. E se anche questo articolo fosse stato scritto da ChatGpt?

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