TM   Maggio 2024

Aquile, telefoni, ombrelli

Sulle ali dei sommovimenti politici che negli ultimi anni qualche grattacapo all’Europa l’hanno dato, ma che hanno non trascurabilmente contribuito nell’imporle di fare qualche passo in avanti nella direzione auspicabile e auspicata da molti, più di recente di fronte alla forte instabilità geopolitica ai suoi confini il pensiero, e sfortunatamente solo molte parole, si sono inevitabilmente concentrati sul come difendere il Vecchio Continente. Si tratta di un tema che affiora regolarmente nella storia, non solo degli ultimi decenni, e se da un lato è positivo che la minaccia finalmente non sia più interna, dall’altro il grado d’impreparazione mai è stato tanto grave. Il nodo fondamentale è la base industriale che la Difesa europea non ha, nonostante i molti campioni. Come revitalizzarlo? Il quarto numero dell’anno vede però tra i suoi protagonisti anche il grande Arredo italiano, fiore all’occhiello del Made in Italy anche nella sua dimensione industriale, con centinaia di migliaia di occupati.

di Federico Introzzi

Responsabile editoriale Ticino Management

Montblanc Stilografica Patron of Art
Montblanc Stilografica Patron of Art Hommage à Napoléon Bonaparte Edizione limitata 888.

Caro lettore,

uno dei temi di più stretta attualità rimane il come difendere l’Europa, e non tanto in una dimensione politica, dunque Bruxelles, Londra, o Berna, quanto un’area geografica e culturale che in comune ha decine di secoli di storia, recente. Certo, l’appuntamento di giugno dell’Unione Europea, e più in generale quelli dei suoi Stati contribuiscono a tenerlo ora di attualità, prima di lasciarlo cadere, sino alla prossima emergenza.

Si tratta di un dibattito annoso, già iniziato da de Gaulle, ma mai risolto. La più recente novità è però la sfera politica che ha assunto, con l’allargarsi del progetto a Stati sino al gennaio 2022 impensabili. È così dunque che se Svezia e Finlandia sono nella Nato, Austria e Svizzera le si sono certo molto avvicinate, come mai prima.

Eppure a rimanere inevase sono ‘Le domande’, senza le cui risposte ogni seguito sfigura, perde di significato, diventa un esercizio di stile. Tipico europeo.

La Nato non basta più, l’Europa dovrebbe dunque emanciparsi, costituendo un’unica forza militare organica e armonizzata, in grado di fronteggiare le sfide di oggi, ma soprattutto di domani. Come farlo senza una base industriale capace di far fronte alle esigenze tattiche e strategiche? Per il momento si insiste sullo spendere di più; comprando. Dall’estero.

A patto anche che tale forza esistesse, chi la comanderebbe? La vecchia domanda di Kissinger: se Washington chiamasse l’Europa, chi alzerebbe la cornetta? Se politicamente è un problema aggirabile (e puntualmente aggirato), militarmente non sarebbe più possibile.

Nel II secolo Traiano e le Aquile romane (il primo esercito europeo) avrebbero risposto forte e chiaro. Oggi il candidato ideale siederebbe all’Eliseo (scommettendo che restino Champs-Élysées e non diventino campi elisi), che gentilmente offre all’Europa il suo ombrello, atomico. La pia speranza è che venga accettato, e che il dibattito si sposti sulla base industriale, il vero nodo. Puntualmente aggirato.

Nel resto del numero affiorano continui rimandi al mondo dell’arte e del design, non tanto della facie di questo ombrello, quanto della loro dimensione economica e industriale. Il nodo.

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