Caro lettore,
quella che si è dimostrata essere, per molti versi inaspettatamente, la rivelazione dell’ultimo ventennio è certamente la Cina. Il Dragone asiatico in pochi decenni ha infatti inanellato un’impressionante serie di successi, equamente distribuiti in diversi ambiti: economico, è oggi per dimensioni seconda solo agli Stati Uniti; sociale, metà della sua popolazione è uscita dalla povertà; demografico, è lo stato più popoloso al mondo; industriale, è al centro delle catene di fornitura globale, e in fasce a valore aggiunto crescente; formativo, sforna ogni anno il maggior numero di scienziati e ingegneri; e molti altri.
Il 2023 ha però evidenziato anche i limiti che un ventennio di crescita sfrenata e dopata si sono lasciati alle spalle, dall’elevato debito delle amministrazioni locali, alla bolla immobiliare, dalla sfiducia delle famiglie e il conseguente crollo del mercato domestico, alla bassissima natalità e al preoccupante invecchiamento della popolazione. La Cina è però anche un Paese dalla grande e millenaria Storia, orgoglioso del suo passato e sicuro delle sue potenzialità: ha dunque tutte le carte in regola per cavarsi rapidamente dall’impiccio, e tornare a correre.
Si trova oggi confrontata, prima volta per un’economia in fin dei conti ancora emergente, con i problemi di una sviluppata nel mezzo di una delicata transizione, il passaggio da un’economia imperniata sull’offerta, quindi dirigista negli investimenti, a una della domanda, con il mercato interno chiamato a fare la propria parte. È forse la dimostrazione che anche uno stato totalitario possa prosperare?
Si tratta però di un’edizione dedicata anche all’Intelligenza Artificiale e alla ricerca scientifica, che incontra le tecnologie di domani, ma che sono già presenti, al pari di quanto di bello ha Firenze da offrire in queste settimane, o le eccellenze che l’ingegno e l’artigianalità elvetica sanno creare.
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